Il Frosinone capitola contro la Juve e saluta la Coppa. DiFra: «Troppe concessioni hanno compromesso il match»

Il Frosinone capitola contro la Juve e saluta la Coppa. DiFra: «Troppe concessioni hanno compromesso il match»
di Stefano De Angelis
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Venerdì 12 Gennaio 2024, 09:15 - Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 23:43

 

La buona volontà, la grinta, la voglia e l'atteggiamento privo di timori reverenziali non bastano. Il Frosinone dei giovani capitola a Torino contro una Juventus più esperta, organizzata, concreta, con un altro passo e saluta a testa alta la Coppa Italia. Prima d'ora, infatti, non aveva mai raggiunto i quarti della competizione tricolore e già questo, comunque, è un successo. Contro i bianconeri, però, sono venute fuori ancora le sofferenze che affliggono la retroguardia canarina, quelle che si vedono da un po' di tempo a questa parte in campionato. E non a caso quella ciociara è la seconda difesa più perforata della Serie A con 34 reti al passivo.

La leggerezza nella gestione del pallone in uscita, fase di gioco che poi spiana la strada all'inserimento di Miretti che guadagna il penalty su fallo di Lirola, la facilità con cui Milik riesce ad aggirare la marcatura di Lusuardi per il 2-0 (nel mezzo il cross praticamente indisturbato di McKennie) e l'amnesia su costruzione dal basso che ha regalato il tris agli uomini di Allegri ne sono la riprova.

Una fragilità che si è materializzata anche in occasione del 4-0 di Yildiz. La solidità del reparto arretrato, oltre all'intesa e al senso di posizione degli interpreti, è un aspetto su cui mister Di Francesco dovrà lavorare. Si spera che l'innesto di Bonifazi possa contribuire a un'evoluzione sul piano della compattezza. La sensazione è stata che ogni qualvolta la Juve costruiva azioni potesse colpire e far male, a volte senza neanche sudare più di tanto.

Il Frosinone sciolto, dinamico e aggressivo si è visto soltanto nella parte centrale del primo tempo, quando con un Harroui propositivo, il più ispirato nella trequarti, ha confezionato le uniche due occasioni capitate entrambe sui piedi di Ibrahimovic, ma è stata quasi una fiammata. Due opportunità, in un momento in cui il Frosinone sembrava stesse crescendo, che potevano essere sfruttate meglio, ma è mancata la convinzione. E se l'attacco non ha brillato (Kaio Jorge impalpabile, Cuni indisponibile per febbre), il grande assente della serata è stato il centrocampo, sia in fase di costruzione (Soulé è partito dalla panchina ed è entrato a gara ormai compromessa) sia in quella di interdizione.

«La qualità della Juventus ha fatto la differenza - ha spiegato nel dopogara mister Eusebio Di Francesco ai microfoni di Mediaset -. Ad ogni modo faccio i complimenti alla mia squadra per il percorso fatto in Coppa Italia. A Torino abbiamo disputato un ottimo primo tempo in cui abbiamo cercato di stare in partita, poi sono venuti fuori i valori della Juve grazie anche a nostre concessioni, che hanno facilitato il compito agli avversari. Ora bisogna dimenticare questa partita per rituffarsi in campionato». DiFra nella disamina del match ha aggiunto: «Quando si cerca di giocare dal basso, certi errori non si possono commettere. Sicuramente dobbiamo migliorare nella fase difensiva e i duelli individuali. Siamo usciti con troppa facilità dalla partita, compromettendola con nostre disattenzioni. In determinate situazioni serve maggiore attenzione. Ed mancata un po' di concretezza in attacco. Dopo il secondo gol c'è stata una netta supremazia della Juventus, in altre gare per noi non è stato così. Forniamo sempre ottime prestazioni, un po' meno forse stasera (ieri) nel secondo tempo, ma in altre occasioni la squadra ha sempre dimostrato di essere in partita».

Il Frosinone resterà al Nord, dove preparerà la prossima sfida di campionato contro l'Atalanta di Gasperini che sta attraversando un buon momento di forma e che ha staccato il pass per le semifinali di Coppa battendo il Milan al Meazza. Il match contro la Dea è in programma lunedì in notturna. Per i canarini l'occasione per provare a interrompere il digiuno di punti lontano dallo "Stirpe".

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