Dipendenze dal gioco, la Asl: «Casi in crescita»

Dipendenze dal gioco, la Asl: «Casi in crescita»
di Giovanni Del Giaccio
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Venerdì 12 Gennaio 2024, 09:02 - Ultimo aggiornamento: 17:13

 

«Sono dati che non conoscevo ma che confermano quello che vediamo tutti i giorni». Filippo Morabito è lo psichiatra che dirige il dipartimento di salute mentale e delle dipendenze della Asl di Frosinone. I dati riguardano il gioco d'azzardo in provincia: oltre 1 miliardo di euro spesi dai ciociari nel 2022, numero che "incrociato" con quello dei residenti fornito dall'Istat fa una spesa di circa 2.500 euro pro capite. Bambini compresi.
«Incontriamo venti nuovi casi ogni mese - spiega il medico - e per fortuna c'è chi decide di rivolgersi a noi, spesso con l'ausilio dei familiari, per essere seguito e uscire dalla dipendenza del gioco. Ci sono persone di ogni genere, noi le sosteniamo con un percorso terapeutico ma anche fornendo assistenza e mettendole in contatto con chi può aiutarle, ad esempio dal punto di vista legale». Tra i tanti casi affrontati in questi anni, fra gli altri, c'è stato quello di una donna costretta a fare un mutuo sulla casa per pagare i debiti di gioco. Non è stata l'unica, probabilmente, così come molti di quelli che arrivano al servizio per le dipendenze lo fanno perché disperati e senza più un euro.

GLI INTERVENTI

«Agiamo su due fronti - aggiunge Morabito - il primo è quello della prevenzione, attraverso unità di strada delle quali fanno parte anche rappresentanti di associazioni e volontari. Si fermano nei punti di aggregazione, partecipano a manifestazioni, ed entrano in contatto con potenziali pazienti. Vengono distribuite brochure informative e soprattutto si dialoga con le persone. È una cosa che facciamo per tutte le dipendenze, anche droga e alcol ad esempio, ma si fa fatica a far capire che il gioco può essere tale, viene ancora visto semplicemente come un vizio». Invece, in tantissimi casi, è molto di più. «Il secondo fronte - dice ancora il medico - è quello del percorso psicoterapico, quando chi è in difficoltà decide di affidarsi». Non è semplice, c'è intanto da prendere coscienza della situazione, accettare di farsi assistere e soprattutto vincere la vergogna di entrare in un servizio che è ancora visto principalmente per chi ha problemi di droga. «Anche per questo, compatibilmente con le risorse, immaginiamo di aprirne uno dedicato».

I PROGETTI

Un "gioco" per combattere le ludopatie. È l'ultima iniziativa della Asl rivolta in particolare ai giovani. «Può sembrare un paradosso - è ancora Morabito a parlare - ma attraverso strumenti del genere possiamo arrivare ad avere informazioni su un eventuale disagio. Purtroppo l'età di comparsa della patologia si è notevolmente abbassata, non si potrebbe giocare prima dei 18 anni ma tanti aggirano l'ostacolo e per questo andremo nelle scuole con questa piattaforma info-ludica e cercheremo di prevenire o di prendere per tempo chi sta entrando nel vortice». Seconda idea quella di una "app" dedicata «perché la vergogna di venire personalmente resta ancora tanta, quindi vorremmo sperimentare anche questo modo per entrare in contatto».

L'ANALISI

Ma come si spiega il fatto che nei piccoli centri si gioca di più? «È un discorso di offerta, non solo di domanda - aggiunge Morabito - se ci sono punti fisici nei quali recarsi magari si evita di andare in quello del proprio comune e si sceglie quello vicino per non farsi vedere, senza contare che l'on line ha comunque un forte peso». Ma il profilo di chi gioca? «Diversi e possiamo vederli anche solo guardandoci intorno, ci sono signore attempate che si dedicano al gratta e vinci, ragazzi più giovani che frequentano le sale slot, uomini e donne che bivaccano dove ci sono giochi con estrazioni istantanee e spendono molto in mezza giornata. Importante è darsi un limite e rendersi conto che nel momento in cui si supera c'è un problema e occorre intervenire prima che sia troppo tardi».
A proposito di comuni "spendaccioni", infine, fa sentire la sua voce il sindaco di Coreno Ausonio chiamato in causa dalla diocesi di Gaeta «senza voler minimamente sminuire il problema, devo rilevare che non riguarda la maggioranza dei cittadini - ha detto Simone Costanzo - è mia intenzione capire nel dettaglio il dato fornito perché oggettivamente parliamo di cifre importanti, che non hanno riscontro nell'offerta locale e che lasciano dei dubbi».

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