«Thomas, i Toson si sono traditi»

«Thomas, i Toson si sono traditi»
di Giovanni Del Giaccio
3 Minuti di Lettura
Sabato 11 Novembre 2023, 09:19 - Ultimo aggiornamento: 09:48

 

Il padre ha detto una cosa, il figlio un'altra. Ci sono anche le contraddizioni tra le ricostruzioni fatte da Roberto e Mattia Toson fra gli elementi a sostegno dell'accusa sull'omicidio di Thomas Bricca. I due saranno processati, con rito immediato, il 2 febbraio del prossimo anno ma intanto sono stati trasferiti da qualche tempo in carceri diverse per evitare che potessero "accordarsi" sulle versioni da fornire. I magistrati che seguono il caso - a cominciare dal procuratore capo Antonio Guerriero - da tempo non hanno dubbi sulla responsabilità dei Toson. Al punto di chiederne (ottenendolo) il giudizio immediato ritenendo le prove raccolte sufficienti a sostenere l'accusa dinanzi alla Corte d'assise. Tra queste ci sono, appunto, le diverse ricostruzioni che padre e figlio hanno fornito in sede di interrogatorio e ascoltati durante le intercettazioni. Adesso che le carte sono tutte disponibili e a conoscenza delle parti, i due avrebbero avuto modo di rivedere la loro versione e concordarla. Invece il procedimento è cristallizzato, anche se in aula i due potranno sempre fornire versioni differenti.

I TESTIMONI

Come stabilito dalla sentenza del Riesame che ha lasciato in carcere padre e figlio, sono stati nuovamente ascoltati alcuni dei testi che sono coinvolti (e indagati) nelle risse dei giorni precedenti il delitto di Thomas. Com'è noto un primo scontro avvenne il 28 gennaio, quando Roberto Toson chiamò a raccolta un po' di ragazzi del suo gruppo per aggredire quello rivale guidato da Omar Haoudy, il giovane di origine marocchina nato e cresciuto ad Alatri che si "vendicò" il giorno successivo. La domenica sera, infatti, ad avere la peggio fu tra gli altri Francesco Dell'Uomo, al secolo "Budella", fratello per parte di madre di Roberto Toson. Nel tentativo di fuggire rimase appeso alla balaustra di fronte a un bar e lo picchiarono sulle mani per farlo cadere. Un'onta che andava lavata con il sangue, da qui la decisione di andare al "Girone" la sera dopo e fare fuoco. L'obiettivo era proprio Omar, solo che con il giubbotto bianco c'era anche Thomas che venne colpito alla testa e morì due giorni dopo al "San Camillo" di Roma. Che ci fosse una vendetta da consumare è emerso anche dalle intercettazioni: proprio Mattia Toson - già sospettato - durante una conversazione in ospedale ha detto: «Ci siamo fatti mena' dai marocchini». I testi hanno in parte confermato i racconti della sera del delitto e in parte si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Al processo, comunque, saranno chiamati e i verbali acquisiti prima che fossero indagati potranno essere prodotti in aula.

© RIPRODUZIONE RISERVATA