Il candidato a sindaco Fabrizio Cristofari:
​«Con me Frosinone vedrà cose inattese»

Fabrizio Cristofari
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Venerdì 9 Giugno 2017, 15:43 - Ultimo aggiornamento: 11 Giugno, 12:22
Quinto appuntamento con il Forum de "Il Messaggero" con i candidati a sindaco di Frosinone. Tocca a Fabrizio Cristofari, classe 1956. È il candidato sindaco supportato da Pd, Socialisti e riformisti per Frosinone e dalle civiche Cristofari Sindaco, Frosinone Città Grande e La Tenda. È presidente dell’Ordine provinciale dei medici, medico specializzato in malattie dell’apparato cardiovascolare ed in medicina del Lavoro, responsabile del Pronto soccorso-osservazione breve dell’Ospedale Spaziani del capoluogo. Lo slogan della sua campagna elettorale è “Sì al futuro”.
 
Come si definirebbe in una parola?
Disponibile
Ultimo libro letto?
Di recente ho riletto con piacere “Cent’anni di solitudine”
Qual è il suo film preferito?
“La vita è bella”
Come definirebbe i suoi avversari in una parola? Partiamo da Ottaviani
Preoccupato
Bellincampi?
Strutturato politicamente
Pizzutelli?
Appassionato
Incitti?
Coraggioso
Bonaviri?
Simpatica canaglia. Devo dire che la definizione che ha dato di me (inidoneo,ndr) mi ha determinato un po’ di irritazione. E io mi irrito difficilmente. Forse mi ha fatto irritare così perché ero il cardiologo del padre, che era a sua volta cardiologo, oltre che un grande scrittore
 
 
Rispetto a 5 anni fa a Frosinone ci sono circa 1000 elettori in meno e tanti abitanti che fuggono. Come frenare questo spopolamento?
Bisogna rendere la città vivibile e salubre. Si deve migliorare la qualità della vita, potenziando il traporto pubblico, favorendo il rilancio del centro storico, incentivando le attività commerciali che aprono qui, calmierando i prezzi delle abitazioni per le giovani coppie
Come giudica l’operazione-Stadio su cui il sindaco Ottaviani ha puntato molto?
Ha governato Frosinone per 5 anni e in questo periodo la città è stata agli ultimi posti di tutte le classifiche: se il primo problema era fare lo Stadio, questo la dice lunga sulla qualità del programma. Che poi sia utile dal punto di vista elettorale è un’altra cosa. Sono anni che si vuole fare lo Stadio: c’era un project per lo stadio al Casaleno che è stato risolto. Mi ricordo un’immagine carina. Ottaviani, Iannarilli, Abbruzzese che si andarono a fare incatenare per far fallire il progetto: se c’è qualcuno che lo Stadio non lo voleva fare non sono di certo io. Adesso c’erano due strade dopo il project per fare lo Stadio: o si cedeva quell’area del Casaleno e il costruito al privato per la realizzazione dell’impianto; oppure, come è stato fatto, si faceva un’operazione di tipo elettorale e si mettevano ulteriori 4,5 milioni di euro, tolti dai mutui comunali, per fare uno stadio di proprietà del Comune gestito per 50 anni da una società privata. Se consideriamo che l’emivita di uno stadio è di 20 anni, significa che lo Stadio in sostanza è di proprietà di un altro. 
Se fosse eletto troverebbe in sostanza le casse comunali vuote. Come farebbe?
Su questa storia delle “casse vuote” io sono diverso da Ottaviani. Credo nella continuità amministrativa e non parlerei male di chi mi ha preceduto: lo si può fare in campagna elettorale ma non da sindaco. Prenderò atto della situazione delle casse comunali. È stata fatta la scelta del Piano di rientro, probabilmente positiva, però vediamo però se si trovano spazi per gli investimenti.
Cosa ne pensa della sinergia pubblico-privato in questi anni? E come pensa di sfruttarla in caso di sua elezione?
Il sindaco attuale non ha lavorato bene su questa sinergia. Non ha partecipato a nessun bando europeo perché gli mancava quella percentuale di anticipazione di cassa a carico del Comune, in base a quanto ha detto. È proprio quello il luogo in cui si fa sinergia pubblico-privato.
Due progetti principali su cui punta per rilanciare Frosinone?
Uno è sicuramente il Parco Cosa. Ottaviani deve dire una volta per tutte che non lo vuole fare. Dov’è la perimetrazione? Bisognerà scegliere la strada migliore, quella più percorribile e finanziabile fra il parco urbano e il monumento naturale. Ma bisogna farlo questo parco.
L’altro è riqualificare i Piloni e renderli vivibili. Per il vecchio project i problemi erano sorti già a partire dal 2012.  Bisogna intervenire con un progetto di idee, un mercato a chilometro zero, mostre itineranti, start up commerciali. Sento parlare di unire quel project insieme a quello del Multipiano e mi vengono i brividi. Il Multipiano è l’unico parcheggio che ci permette di creare al centro storico un’area pedonale. Ma questo sindaco sembra avercela con il centro storico.
Ma Ottaviani sostiene di aver fatto molto per il centro storico rispetto ai 20 anni precedenti…
L’Accademia era già al centro storico e l’attuale sede al Tiravanti è sì prestigiosa, ma mette in discussione una scuola che stava lì da un secolo. Il sindaco non ha fatto nulla per implementare il Polo universitario del capoluogo: per il primo triennio ha dato la sensazione di trovare ogni modo per farla scappare via l’Università. Per quanto riguarda i teatri comunali, sul Nestor l’operazione era già avviata e l’acquisizione della proprietà non ha portato quello che doveva portare. I teatri dovrebbero essere un elemento di sviluppo della città. E il Nestor continua ad essere un multisala, dove non ci sono nemmeno dei laboratori teatrali o dei progetti per la città. Se andiamo al Vittoria, poi, ci troviamo di fronte un rudere abbandonato.
Spesso fra i programmi e la loro realizzazione l’ostacolo è rappresentato dalla burocrazia comunale. Come pensa di affrontare questo aspetto?
In primo luogo i dipendenti vanno motivati. Vanno fatte delle regole precise in ordine agli obiettivi dei dirigenti. Va elaborato un formulario adatto per i comportamenti dei quadri e degli operativi. La direzione politica è un fatto che un po’ contrasta con l’autonomia dirigenziale. Quest’ultima deve essere in grado di valutare la linea politica e seguire poi una strada trasparente. Sono segnali di trasparenza le continue proroghe alle cooperative sociali sui servizi o lo scorporo degli appalti?
A proposito dell’organizzazione dei servizi comunali, qual è la sua idea?
Dove si può si internalizza. Le società in house non sono delle “bestie nere”, come spesso vengono rappresentate. Se messe in campo con efficienza e serietà, senza regalare i posti da dirigenti, sono anche remunerative per chi ci lavora. Quello che è stato fatto agli ex Multiservizi è l’emblema di quello che è stato fatto ai poveri della città.
Come pensa di unire una città divisa fra parte alta e bassa, oltre che in quartieri spesso isolati?
Bisogna dare a ogni zona della città un’identità di quartiere. Ci deve essere il luogo di aggregazione, quello di culto, la possibilità di incontrarsi e parlare. La rete cittadina deve essere costruita con un’area pedonale importante lungo il Cosa e  le piste ciclabili. Poi da collegamenti importanti fra parte alta e bassa.
A proposito di collegamenti e mobilità, quali provvedimenti metterebbe in campo, anche in un’ottica di contrasto all’inquinamento che attanaglia la città?
Tutto ciò che riguarda la mobilità, le aree commerciali, quelle pedonali e le ztl deve essere valutato positivamente per contrastare l’inquinamento. Ma queste misure si mettono in campo in un clima di assoluta concertazione e dialogo. Quando si sperimentano le isole pedonali per un dato periodo e il commerciante vede che il suo fatturato e le sue opportunità aumentano, poi guarda con favore a misure su cui all’inizio poteva essere contrario. Solo Frosinone non ha ztl e isole pedonali: è un processo che deve partire ma con un periodo adeguato di sperimentazione e ascolto. Bisogna dialogare con i commercianti, motivarli, mettendo a disposizione dei cittadini trasporto pubblico e navette, creando attrazioni per invogliare le persone. Penso poi alla creazione di centri commerciali naturali e non a centri commerciali di incerta gestione finanziaria.
Il progetto “Solidiamo” verrà portato avanti?
Se il progetto ha basi e obiettivi validi certo che va proseguito. Noi siamo per il merito e la socialità. Io di certo non farei tagli lineari sui servizi sociali.
Nel suo schieramento c’è una parte del passato amministrativo di questa città: come farà a imporre una rottura in caso di vittoria?
La storia della mia candidatura dimostra che c’è una crasi forte con il passato: è venuta dalla gente. Abbiamo in campo i migliori candidati, sia nei partiti che nella società civile: la rottura è basata sul fatto che voglio essere il sindaco della gente, non dei partiti.
Come pensa di costruire l’eventuale Giunta Cristofari?
Credo nella squadra e sono molto disponibile al confronto. Per essere un’amministrazione di qualità ci vuole un’autonomia degli assessori, che saranno stabili, non ruoteranno e che verranno sostituiti solo se incapaci. Le qualità della Giunta devono essere competenza e disponibilità. Non ci sarà spazio per bilancini e manuale Cencelli. E soprattutto deve essere affiancata da volontari desiderosi di collaborare alla buona vita di Frosinone. Ce ne sono già moltissimi che hanno dichiarato la propria disponibilità a fare i “super tecnici” gratis.
In caso di ballottaggio cercherà degli apparentamenti?
Mi appassionerò ancor di più a parlare con la gente. Se diventerò sindaco Frosinone vedrà cose inattese.
Se dovesse trovarsi invece sui banchi dell’opposizione?
Sarebbe comunque un’esperienza bellissima. Nei confronti pubblici avuti Ottaviani ha trovato delle persone (non solo io ma anche gli altri candidati, tranne la Bonaviri che non è mai venuta) che hanno proposto contestazioni cogenti, mettendolo in grossa difficoltà

(Forum a cura di Luciano D'Arpino, Alessandro Redirossi e Aldo Simoni)
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