La bara avvolta con il tricolore, Aquino e l'Accademia Navale di Livorno salutano Francesco

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Mercoledì 22 Dicembre 2021, 09:11 - Ultimo aggiornamento: 09:12

Tanti palloncini bianchi e blu hanno accompagnato l'uscita della bara avvolta dal Tricolore di Francesco Tomassi dalla Concattedrale di San Tommaso e San Costanzo. Un mare di gente: amici, colleghi e cittadini si sono uniti alla famiglia dell'allievo dell'Accademia Navale di Livorno morto sabato notte travolto da un treno, nei pressi della stazione di Antignano. Un paese intero ha partecipato ai funerali celebrati dal parroco don Tommaso Del Sorbo e concelebrati dal viceparroco don Andrea Pantone e dal cappellano militare dell'Accademia Padre Stefano. A presenziare al rito funebre anche il Comandante dello Stato Maggiore della Marina, l'Ammiraglio Nicola Carlone. Un'omelia toccante, quella tenuta da don Tommaso che ha fatto parlare il suo cuore. Commentando il Libro della Sapienza e il brano del Vangelo della Resurrezione di Lazzaro ha invitato la famiglia, gli amici, l'intera comunità di Aquino, spezzata dal dolore, ad avere fiducia nel Signore, nella fede «perché è lui stesso che la chiede. E' lui stesso che invita ad andare oltre la morte». Parole di conforto don Tommaso le ha poi rivolte alla mamma Antonietta, al papà Rocco e alla sorella Chiara. A ricordare Francesco sono stati il Capo di corso di Francesco, il Comandante dell'Accademia Navale, un suo amico e il primo cittadino di Aquino Libero Mazzaroppi. Il sindaco ci ha tenuto a riferire di un suo recente incontro con Francesco. «L'ho incontrato poco tempo fa in Comune» ha ricordato il sindaco, che ha sottolineato: «Quando l'ho visto sono stato colpito dalla sua maturità. Si è soffermato davanti alla Bandiera e al Gonfalone con orgoglio e maturità. Ricordo che mi confidò, sapendo che anch'io faccio parte delle Forze Armate, che un soldato deve avere il coraggio e il dovere di rinnovarsi». Francesco rivelò al sindaco che un soldato deve avere il dovere e il coraggio di stare dalla parte di chi soffre, di chi è più debole, di chi è diverso. «Fin da bambino ha continuato Mazzaroppi Francesco ha inseguito un sogno, coronato con l'indossare la divisa. Si era disegnato un futuro negli alti ranghi della Marina Militare». Con la voce rotta dall'emozione il sindaco ha evidenziato le qualità del cadetto morto tragicamente. «Era un ragazzo formato. Sapeva bene quale fosse il suo obiettivo di vita». La vita del giovane il sindaco l'ha paragonata ad una foglia che cade da un albero. «La foglia quando si stacca dall'albero non cade rovinosamente a terra; prima di cadere volteggia, crea in aria bellissimi disegni. Ai giovani dico di emulare la vita di Francesco. Guardate la foglia che mentre cade volteggia. Guardiamo la bellezza della foglia e non la caduta. Così è stata la vita di Francesco - ha rimarcato seppur breve, ci ha insegnato tanto. E' stata per tutti un bellissimo esempio».

(Elena Pittiglio)

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