«Nella discarica di Roccasecca conferiti più rifiuti di quelli autorizzati»

«Nella discarica di Roccasecca conferiti più rifiuti di quelli autorizzati»
di Pierfederico Pernarella
3 Minuti di Lettura
Venerdì 16 Aprile 2021, 07:08

«Nella discarica nel corso del 2020 sono stati conferiti molti più rifiuti di quelli autorizzati». Lo scrive il Comune di Roccasecca in una nota inviata alla Presidenza del Consiglio dei ministri e alla Regione Lazio che va ad integrare l'istanza, già trasmessa, in cui si chiede la sospensione dell'autorizzazione del V invaso del sito della Mad.

Gli abbancamenti aggiuntivi (circa 164mila tonnellate in più rispetto alle circa 212mila autorizzate nel bacino chiuso alla fine dello scorso marzo), sostiene il Comune, rappresentano una «grave violazione dell'autorizzazione integrata ambientale» e quindi tutti i provvedimenti rilasciati alla Mad (quelli del V bacino) dovrebbero essere stoppati. Il dato è emerso sulla scorta degli accertamenti di Arpa richiesti dallo stesso Comune.

E del conferimento di una quantità non autorizzata di rifiuti si parla anche nelle intercettazioni dell'inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari dell'ex dirigente regionale Flaminia Tosini e l'imprenditore Valter Lozza, proprietario della discarica di Roccasecca.

La questione dei conferimenti non autorizzati potrebbe complicare una situazione già difficile.

L'evolversi dell'emergenza in atto, che riguarda principalmente la provincia di Frosinone (che sta conferendo i rifiuti nelle discariche di Viterbo e Civitavecchia) e Roma, dipende proprio dalle sorti del V Bacino della discarica di Roccasecca. I lavori per l'avvio del primo lotto del quinto invaso, autorizzato dalla Regione, sono bloccati.

IL PESO DI ROMA

L'inchiesta, certo, ha fatto precipitare gli eventi, ma l'emergenza parte da lontano. Da quando in provincia di Frosinone è cominciato il massiccio arrivo di rifiuti da Roma che ha portato al rapido esaurimento della discarica di Roccasecca. Oggi la Regione, per superare il caos, vuole rendere operativi gli Ato (ambiti territoriali autosufficienti nella gestione dei rifiuti). In questi anni non è stato così.

Nel sito di Cerreto, nel quinquennio 2016-2020, tra autorizzazione del quarto invaso, sopraelevazione dello stesso e abbancamenti aggiuntivi non autorizzati, è stato conferito oltre un milione di tonnellate di rifiuti indifferenziati trattati. Una quantità cinque volte superiore a quella prodotta dalla provincia di Frosinone (circa 300mila tonnellate dal 2016 al 2019). Provincia dove la differenziata ha fatto passi da gigante raggiungendo una media pari a oltre la metà (55% nel 2019) dei rifiuti prodotti.

IL RUOLO DELLA SAF

Oltre ai rifiuti romani, il rapido esaurimento della discarica è dovuto in parte anche alla scarsa capacità di trattamento dell'impianto della Saf (società pubblica partecipata da tutti i Comuni della provincia di Frosinone) a Colfelice. Il dato si evince dal Catasto rifiuti secondo cui nel 2019 in discarica è finito il 64% dei rifiuti trattati dalla Saf.

Una performance che si attesta come la peggiore tra tutti gli impianti omologhi del Lazio. Quello di Aprilia nel 2019 in discarica ci ha portato solo poco più di un terzo dei rifiuti trattati, così anche quello di Castelforte, di Pomezia e di Egiovi a Roma.

C'è di più. A partire dal 2016, stando sempre ai dati del Catasto rifiuti, la capacità di trattamento è andata peggiorando. Nonostante questo nell'impianto Saf, prendendo sempre il periodo compreso tra il 2016 e il 2019, su circa 655mila tonnellate trattate, quasi la metà sono arrivate da fuori provincia, principalmente da Roma.

Tutto cambierà quando sarà una realtà l'annunciata Fabbrica di Materiali: un impianto con tecnologie di ultima generazione in grado di recuperare il più possibile dei rifiuti riciclabili.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA