Il bilancio si reggeva solo sulle multe dell'autovelox, maxi sanzione al Comune di Pignataro

Il bilancio si reggeva solo sulle multe dell'autovelox, maxi sanzione al Comune di Pignataro
di Vincenzo Caramadre
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 25 Agosto 2021, 10:13 - Ultimo aggiornamento: 15:19

I Finanzieri del Comando Provinciale di Frosinone, coordinati dalla Procura Regionale della Corte dei Conti per il Lazio, hanno eseguito una complessa attività istruttoria che ha avuto ad oggetto la ricostruzione delle cause che hanno determinato il dissesto finanziario del Comune di Pignataro Interamna, tra cui la scorretta imputazione dei “residui attivi” scaturenti prevalentemente dalla passata gestione amministrativa e contabile delle violazioni al Codice della Strada, elevate in passato dalla Polizia locale di Pignataro Interamna, mediante autovelox.

Lo scopo principale degli amministratori locali era quello di mantenere in bilancio residui attivi oramai inesigibili (prevenienti da contravvenzioni al Codice della Strada), disinteressandosi, poi, dell’iter di accertamento e riscossione delle stesse multe, al fine di poter effettuare spese non realmente sorrette da idonea copertura in bilancio.

Di qui il disavanzo di amministrazione, accertato con l'approvazione del rendiconto della gestione 2017, veniva quantificato in  circa 1,8 milioni di euro dovuto in massima parte all'esistenza di residui attivi, pari a circa 6 milioni e mezzo di euro, di cui circa la metà non era più esigibili.

Gli approfondimenti effettuati dal dipendente Nucleo di Polizia Economico - Finanziaria di Frosinone, hanno permesso di rilevare una grande mole di contravvenzioni non pagate, nonché l’inserimento nei bilanci di poste attive da parte dei pubblici ufficiali preposti, al fine di poter finanziare, in tal modo, le spese comunali, altrimenti non consentite dalla vigente legislazione che regola il funzionamento degli enti locali.

Al termine degli accertamenti contabili, è stato segnalato, inoltre, alla predetta Procura Regionale della Corte dei Conti un danno erariale quantificato in circa 400.000 euro, in quanto l’ente ha accumulato interessi passivi per la mancata o non tempestiva restituzione dell’anticipazione di tesoreria richiesta degli anni pregressi.

In tale contesto, la Procura contabile, che ha diretto tutte le attività di indagine, ha successivamente promosso, innanzi alla Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti del Lazio, il giudizio per l'applicazione della sanzione pecuniaria, ammontante a circa 60mila euro,  nei confronti degli amministratori pubblici e dei revisori contabili pro tempore, i quali, in caso di condanna, saranno soggetti anche all’interdizione, per un periodo di dieci anni, a ricoprire incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati, così come previsto dalla normativa sugli Enti Locali. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA