Disoccupazione, usura e povertà: la Diocesi di Frosinone in campo per gli ultimi

Disoccupazione, usura e povertà: la Diocesi di Frosinone in campo per gli ultimi
di Giampiero Cinelli
2 Minuti di Lettura
Domenica 22 Dicembre 2019, 16:49 - Ultimo aggiornamento: 17:53
Ogni fine anno è tempo di bilanci per la Diocesi Frosinone-Veroli-Ferentino sull'attività svolta. Così ieri il vescovo del capoluogo, Ambrogio Spreafico, ha fatto il punto nel corso di un incontro. Nella sala di via Monti Lepini c'erano, insieme a lui, anche Gianni Guglielmi, direttore dell'ufficio scuola della Diocesi, Pietro Alviti, presidente diocesano dell'Azione cattolica, e Marco Toti, direttore della Caritas diocesana. Quest'ultimo ha fornito anticipazioni circa l'ultimo rapporto della Caritas relativo all'anno 2018. Tante le attività e i numeri fanno sempre impressione.

GLI INTERVENTI
Gli interventi effettuati dai centri di ascolto diocesani nel 2018 hanno riguardato un numero di 821 famiglie per un totale complessivo di più di 2.500 persone, di cui il 51% uomini e il 49% donne. Si evince che, rispetto al 2017, è in aumento il numero di uomini che si rivolgono alle strutture. I centri di ascolto che registrano maggiori accessi sono quelli di Frosinone, che conta il 24% del totale. Si nota, comunque, un leggero aumento di affluenza rispetto agli anni precedenti nei centri di Amaseno (3%) e Ripi (4%), mentre il 25% delle famiglie si sono rivolte al centro di ascolto immigrati. Un altro dato a destare attenzione è quello delle fasce d'età, la maggioranza di coloro che entrano nei centri d'ascolto vanno dai 18 ai 54 anni, mentre cala la percentuale nell'età più avanzata. Un segno abbastanza indicativo delle difficoltà inerenti a lavoro precario e povertà relativa. Le persone tra i 18 e i 34 anni sono il 36,8% e, appunto, il 67% sul totale di quelle che chiedono aiuto sono disoccupate.

GLI AIUTI
Gli aiuti alimentari erogati dalle parrocchie hanno sostenuto 2.025 famiglie, per un totale di 6.299 persone. Alla mensa diocesana, invece, accedono giornalmente in media 50-60 persone. I pasti serviti in un anno sono stati 10.790. Ci sono poi gli aiuti per le donne vittime di violenza (due su tre italiane), l'assistenza agli stranieri, un centro antiusura che ha dato supporto a 70 persone. Insomma una presenza importante che il vescovo ha ribadito come fondamentale: «Per noi che abbiamo la fede è un atto doveroso, ma credo che qualsiasi essere umano abbia in sé una naturale tendenza alla bontà e possa esprimerla».

Spreafico ha commentato il pranzo con i detenuti di due giorni fa, le raccolte alimentari in corso e ha annunciato nuovi progetti. Già attivo, tra gli altri, uno sportello di orientamento al reddito di cittadinanza. Si è parlato inoltre di un decalogo da far adottare nell'uso dei social e di un'iniziativa scolastica che coinvolgerà gli studenti in attività creative a tema ambientale, per ispirare in loro «l'amore del creato». Il vescovo poi, a domanda, non ha potuto evitare una battuta sul caso della nuova moschea di Frosinone: «Sediamoci attorno a un tavolo e mettiamoci d'accordo, civilmente. Senza pregiudizi. Anche gli islamici hanno diritto al loro luogo di culto». Infine i saluti e gli auguri, ma la Diocesi non si ferma mai.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA