La capretta non sarebbe stata uccisa a calci all'interno dell'agriturismo di Anagni? Domanda alla quale gli investigatori attraverso minuziose indagini stanno cercando di fornire l'esatta risposta. Negli ultimi giorni sta prendendo sempre più corpo l'ipotesi che l'animale, prima che venisse colpito dai ragazzi, fosse già deceduto. Vi sarebbero alcuni che avrebbero dichiarato che la bestiola era stata trovata morta da alcuni clienti davanti all'agriturismo di Anagni. Se così fosse, i ragazzi indagati avrebbero caricato la capretta su una carriola per poi maltrattarla durante la festa di compleanno quando era già deceduta. Proprio per questo sembra che il titolare dell'agriturismo sia finito sotto la lente della procura per aver rilasciato dichiarazioni non corrispondenti al vero.
Il ristoratore avrebbe sempre sostenuto che la capretta all'arrivo dei ragazzi alla festa fosse ancora viva. La motivazione di questa omissione potrebbe essere riconducibile all'interesse del risarcimento del danno. Inoltre non sarebbe stato molto conveniente per l'immagine del locale far sapere ai clienti che un animale morto si trovava all'interno dell'agriturismo.
«Noi difensori- ha dichiarato l'avvocato Giampiero Vellucci che capeggia il collegio difensivo- non abbiamo la possibilità di avere copia degli atti in quanto le indagini non sono ancora concluse, ma i nostri assistiti hanno sempre negato di aver ucciso la capretta ribadendo che l'avevano già trovata morta. Aspettiamo con fiducia la chiusura dell'inchiesta sia presso la procura di Roma che a Frosinone, nella certezza che quanto da noi dichiarato trovi il conforto nelle indagini».
Morta o viva che fosse, un fatto è certo: i ragazzi, durante la festa di compleanno che si è svolta il 28 agosto, si sono divertiti a prendere a calci l'animale. La vicenda è venuta fuori quando sono cominciati a circolare due video due video che riprendevano i maltrattamenti ai danni dell'animale. Un ragazzo in particolare, un 17enne di Fiuggi, prendeva a calci la capretta come se fosse un pallone, mentre gli amici ridevano e lo incitavano: «Dai fallo di nuovo, colpisci più forte».