Bus, tra pensiline rotte e panchine inesistenti. Mobilità sostenibile a ostacoli

Bus, tra pensiline rotte e panchine inesistenti. Mobilità sostenibile a ostacoli
di Gianpaolo Russo
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Lunedì 8 Aprile 2024, 08:20

Sotto l'acqua, al vento, in posti pieni di sporcizia e degrado, quasi sempre in piedi: attendere l'arrivo di un bus nel capoluogo si tramuta, spesso, in un percorso molto scomodo. La maggiorparte delle fermate cittadine o non ha una pensilina dove ripararsi dal freddo, dalla pioggia o dal sole cocente oppure le protezioni per i passeggeri in attesa dell'arrivo del pulmann sono ridotte in uno stato di degrado assoluto. Basta fare un giro in città per verificare come molte pensiline o hanno vetri rotti o del tutto mancanti, spesso sono senza sedute o con panchine rotte, sporche ed imbrattate dai vandali. Se a ciò si aggiunge la lunga attesa che gli utenti spesso sono costretti a sopportare prima di salire su un bus si comprende perché forse il trasporto pubblico locale non è molto utilizzato dai cittadini che viaggiano e si spostano quasi esclusivamente in auto.

IL VIAGGIO

Alcuni esempi? Nel centralissimo piazzale Veneto manca la panchina e ci sono scritte ovunque. Non va meglio in via Aldo Moro, anche qui manca la panchina ed il vetro è stato distrutto da qualcuno che avrà pensato "bene" di prenderlo a calci. In via Puccini una tettoia di ultima generazione ha già subito la rottura dei plexigas. Qui la panchina c'è: peccato che è rotta. A volte l'ubicazione delle pensiline è coincisa con la presenza di una preesistente panchina installata dal comune. È il caso di via Adige: così quartiere che vai, pensilina che trovi. Rotte anche quelle di un'altra strada centrale: in viale Marconi dove il degrado e l'abbandono di queste strutture la fanno da padrone.

IL CAPITOLATO

Eppure l'appalto sul trasporto pubblico urbano aggiudicato alla Cialone Spa ai tempi dell'amministrazione Ottaviani prevedeva anche la realizzazione di nuove pensiline dotate anche di pannelli luminosi indicante le informazioni di arrivo dei bus. Di questi pannelli luminosi ne sono stati installati pochissimi. Molte strade cittadine anche centrali ed importanti come via Marittima e via Verdi o via Maria non posseggono pensiline ma solo una palina indicante la fermata dei bus che, quindi i cittadini attendono con qualsiasi clima.

L'AZIENDA

Dalla Cialone spiegano: «L'intervento è previsto ma da dopo il Covid dice il titolare, Guglielmo abbiamo problemi nel rifornimento dei materiali che arrivano dall'Oriente». Fatto sta che dell'appalto del Tpl di Frosinone mancano all'appello anche altri servizi come il rilancio del bike sharing e la gestione dell'ascensore inclinato durato solo pochi mesi prima della rottura definitiva dell'impianto. Da oltre un anno per questi motivi si è aperto un contenzioso legale con il comune di Frosinone. L'amministrazione accusa i privati di essere inadempienti, mentre l'impresa si difende asserendo che la gestione del servizio del bike sharing e dell'ascensore inclinato prevedeva la dotazione iniziale integra e funzionante da parte del Comune. In realtà le stazioni del bike sharing non erano già funzionanti al momento dell'appalto e quelle poche bici presenti erano rotte o mal funzionanti. L'ascensore inclinato, invece, è stato gestito per qualche settimana dal gruppo Cialone ma poi i continui guasti hanno costretto l'amministrazione al fermo totale dell'impianto di risalita. Sarà un giudice a stabilire chi delle due parti avrà ragione. Si parla tanto di incentivare la mobilità sostenibile in una città che soffoca di smog e traffico, salvo scoprire che i servizi essenziali di trasporto alternativo o funzionano male o non sono mai entrati in funzione.
Gianpaolo Russo
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