Le critiche delle associazioni dei consumatori
Di diverso tono, come detto, le associazioni dei consumatori. «Altro che sconti! Il fallimento del Trimestre anti-inflazione è attestato in modo incontrovertibile dai dati Istat sul carrello della spesa e i beni alimentari - commenta a Il Messaggero Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori - L'aumento dello 0,7% del prezzo di quest'ultimi è il contrario di quanto ci si aspettava. Quello che si è visto è un andamento dei prezzi che se restasse tale per un anno equivarrebbe a una maggior spesa pari in media a 162 euro solo per mangiare e bere, una stangata che sale a 225 euro per una coppia con 2 figli e a 204 euro per una coppia con 1 figlio. Insomma, è stato un flop, un fiasco colossale!».
«Il governo e il ministro Urso, invece di fare un nuovo Protocollo, sulla base di presupposti stavolta seri - aggiunge - hanno preferito affossare tutto, aggiungendoci pure un'enorme fake news, quella che l'iniziativa ha avuto un tale successo che il problema dell'inflazione era oramai risolto e, quindi, non c'era bisogno di proseguire. Una bufala vergognosa, alla quale per fortuna non hanno creduto gli italiani».
Le associazioni dei consumatori, oltre all'Unc anche il Codacons, Federconsumatori, Adoc e Assoutenti, riconoscono che non si poteva fare molto di più senza l'aiuto dell'industria alimentare, ma accusano il governo di non aver fatto accordi di filiera per ogni singolo prodotto (evitando il possibile contrasto con le norme Antitrust). Infine sottolineano che il calo dei prezzi di alcuni prodotti non dipenderebbero dall’arrivo del Trimestre Anti-inflazione. Il burro, lo zucchero, la margarina e la farina, ad esempio, dicono, «hanno iniziato a scendere di prezzo già da settembre, un mese prima dell’iniziativa del governo». Mentre «altri prodotti come la margarina sono aumentati di prezzo sia in ottobre che in novembre e i prezzi si sono abbassati solo a dicembre».