Tiscali punta sull’agricoltura 4.0. La società nata dalla fusione con Linkem e che fa capo alla holding quotata alla Borsa di Milano Tessellis, quinto operatore in Italia nella telefonia fissa, ha lanciato un servizio per le aziende agricole che punta sulle nuove tecnologie per ottimizzare la gestione dell’attività nei campi, a partire dal migliore utilizzo delle risorse idriche.
Linkem 4Farm, nato all’interno del programma di innovazione Future Communities di Tiscali dedicato ai nuovi modelli di business per la trasformazione digitale di imprese e pubbliche amministrazioni, è un servizio che comprende app per la gestione di aziende agricole, sensoristica per il monitoraggio intelligente in ambito agronomico e connettività a internet. Le aziende potranno raccogliere i dati sull’umidità del terreno in cloud tramite sensori installati nella terra e ricevere consigli personalizzati su come e quando irrigare, per migliorare la qualità dei prodotti e ridurre i costi. Il sistema è dotato anche di “trappole smart” con intelligenza artificiale, in pratica fotocamere installate nei campi che consentono di individuare, riconoscere e contare gli insetti pericolosi per le colture.
Insomma anche nelle aziende agricole la gestione diventa sempre più smart. Ma non c’è il rischio di perdere il contatto con la terra e con l’esperienza di chi ci lavora? «Sono sistemi a supporto delle decisioni. L’agronomo non rinuncerà mai ad andare sul campo. Il contatto non si perde. Non abbiamo la presunzione che la nostra soluzione possa sostituirsi del tutto all’esperienza sul terreno», spiega Carmelo Santalco, responsabile vendite per le imprese dell’area Innovazione e sviluppo di Tiscali, parlando a Frascati, alle porte di Roma, nelle vigne dell’azienda Rossi di Medelana. La cantina - che utilizza da qualche tempo i sensori di Linkem 4farm - ha alle spalle 450 anni di storia e quest’anno punta a raddoppiare la produzione con le sue etichette a circa 60mila bottiglie.
A sfruttare i servizi per l’agricoltura 4.0 di Tiscali è anche un’altra azienda agricola dell’area romana, Maccarese, controllata dalla famiglia Benetton. La società ha investito molto sulla produzione di Mandorle e oggi ha 110 ettari di alberi. Nel giro di un paio di anni l’azienda avrà una produzione di 60 quintali di mandorle con guscio per ettaro. Ma l’obiettivo è crescere ancora e di arrivare fino a una superficie di 200 ettari per coprire il 20% circa della produzione totale italiana.
Le mandorle arrivano soprattutto dall’estero, dalla California, e «c’è un fabbisogno nazionale non coperto.
«Abbiamo costruito la nostra offerta partendo dalla realtà delle aziende agricole, dove il problema riguardo all’utilizzo delle nuove tecnologie è di solito: “non le so utilizzare e sono costose”. Ecco - conclude Santalco - noi abbiamo cercato di rompere questo approccio».