Tasse, per le partite Iva il pagamento slitta a dopo l’estate

Tasse, le partite Iva respirano: il pagamento slitta a dopo l estate
di Michele Di Branco
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Venerdì 11 Giugno 2021, 23:08 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 09:29

Partite Iva, più tempo per pagare le tasse. Il governo studia un rinvio dei versamenti Irpef relativi al saldo 2019 e all’acconto 2020 che, norme alla mano, dovranno essere effettuati entro il 30 giugno, oppure entro il 30 luglio, maggiorando però gli importi da versare dello 0,40%. L’operazione riprodurrebbe il meccanismo messo in atto dal governo Conte I nell’estate del 2019 quando agli autonomi collegati agli Isa (i codici di affidabilità fiscale) fu concesso di posticipare i pagamenti al 30 settembre. I tecnici dell’esecutivo ragionano su due nuove scadenze per i versamenti: ancora il 30 settembre oppure il 20 agosto. 

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Le date

La prima data, per la quale spinge un’ampia maggioranza parlamentare (Lega in testa, che in tal senso si prepara a presentare un emendamento al decreto Sostegni-bis), produrrebbe tuttavia un problema tecnico-finanziario piuttosto serio.

Entro il 27 settembre, infatti, il governo deve presentare al parlamento la Nadef, il documento di economia e finanza fulcro che disegna il quadro di riferimento del Paese e che fa da piattaforma per la legge di Bilancio di fine anno. Senza i dati sul gettito Irpef quel documento fondamentale sarebbe incompleto e impreciso. Un rischio che il tandem Palazzo Chigi-Tesoro vuole assolutamente evitare. Per questa ragione, l’ipotesi più probabile è un rinvio del versamento Irpef, per circa 4 milioni di partite Iva, dal 30 giugno al 20 agosto.  «Senza oneri per le casse dello Stato» fa notare una fonte alle prese con il dossier, considerato che si tratta del rinvio e non della rinuncia ad una posta. Resterebbe invariato il metodo di calcolo previsionale per la quota relativa agli acconti, che consentirà di versare l’imposta in base alla stima del giro d’affari per l’anno in corso.  Inoltre i contribuenti avranno un margine d’errore del 20%: per non incorrere in sanzioni dovranno versare l’80% dell’imposta che effettivamente, alla fine dell’anno, risulterà dovuta all’erario. Occorre ricordare che il versamento delle somme dovute può avvenire anche in forma rateale da completarsi, in ogni caso, entro il 30 novembre (insieme alla presentazione della dichiarazione dei redditi), maggiorando gli importi rateizzati degli interessi nella misura del 4% annuo. 

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Il dibattito

Il Parlamento, tra l’altro, durante il dibattito che è appena iniziato sulla conversione del decreto Sostegni-bis, sta ragionando anche su come ammorbidire le 16 rate delle rottamazioni (bloccate da oltre un anno, causa pandemia) che, senza un intervento, dovrebbero essere pagate in un’unica soluzione il 2 agosto. «Sono in corso valutazioni» ha ammesso il viceministro dell’Economia, Laura Castelli. La soluzione non è ancora stata definita ma si ragiona sulla possibilità di spalmare queste 16 rate in un arco temporale triennale. «L’obiettivo – ha detto Castelli – è evitare che un numero alto di rate» si vada ad accumulare mettendo in difficoltà i contribuenti in maggiore di liquidità». Nessuna sorpresa alle porte per quanto riguarda l’Imu. Il 16 giugno in calendario il versamento dell’imposta sugli immobili che, è bene ricordarlo, da qualche anno non è più dovuta sull’abitazione principale, mentre si paga sulle case di categoria catastale A1, A8 e A9. L’esenzione si applica anche alle pertinenze di categoria catastale C2, C6 e C7.


L'imu

In base alle novità del decreto Sostegni, quest’anno sono esenti dal pagamento della prima rata Imu (il 50% dell’importo totale) anche gli immobili posseduti dai soggetti che hanno i requisiti per beneficiare dei contributi a fondo perduto. Dunque con una attività con ricavi e compensi non superiori a 10 milioni di euro all’anno e una perdita di fatturato o corrispettivi di almeno il 30% nel 2020 rispetto al 2019 scatta l’esenzione. Dall’Imu si prevede un gettito di circa 8 miliardi. A questo proposito, la Lega sta cercando di raccogliere consenso parlamentare per cancellare o ristorare la prima rata dell’Imu per i proprietari di immobili colpiti dal blocco degli sfratti. «Costringerli a pagarla senza prevedere sostegni adeguati è un’autentica ingiustizia» spiega Massimo Bitonci, capogruppo Lega in commissione Bilancio e relatore del decreto Sostegni-bis. La misura, contenuta in un emendamento, riguarda circa 100 mila proprietari.

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