Caltagirone, profitti netti per 82 milioni. Cedola invariata

Caltagirone, profitti netti per 82 milioni. Cedola invariata
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 11 Marzo 2020, 20:15 - Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 00:09
Si è chiuso con un risultato netto positivo per 82,1 milioni (rispetto ai 129,7 milioni del 2018) il 2019 della Caltagirone Spa. Un risultato per 44,1 milioni di competenza del gruppo; per il resto, la holding capofila del gruppo che opera nei settori del cemento, editoria, grandi lavori, immobiliare e finanziario, ha archiviato ricavi pari a 1,47 miliardi contro 1,51 miliardi nel 2018 principalmente per «la diminuzione dei ricavi nei settori delle costruzioni e dell’editoria». Ma nello stesso periodo il margine operativo lordo è stato positivo per 272,6 milioni (233,7 milioni nel precedente esercizio) con un incremento del 16,6% «dovuto anche agli effetti dell’adozione del nuovo principio contabile Ifrs 16 che ha contribuito al risultato per 29 milioni».  Numeri che hanno consentito al consiglio di amministrazione presieduto Francesco Gaetano Caltagirone di proporre un dividendo invariato di 0,07 euro per azione.

Alle spalle c’è un anno di cambiamenti per le prospettive della holding: dall’acquisizione da parte del Gruppo Cementir della quota addizionale del 38,75% di Lehigh White Cement Company e della scissione non proporzionale e asimmetrica del ramo d’azienda costituito dagli elementi patrimoniali riguardanti il settore della vendita di beni immobili della società Domus Roma 15 Srl controllata tramite Vianini Spa in favore di una società beneficiaria di nuova costituzione. La società beneficiaria, spiega una nota, è stata successivamente attribuita al socio di minoranza secondo il rapporto di cambio determinato dal cda della società scissa. 

Nel dettaglio, il risultato operativo è stato positivo per 114,4 milioni (rispetto ai 125,5 milioni del 2018) al netto di ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni per 158,2 milioni. Mentre il risultato della valutazione delle partecipazioni con il metodo del patrimonio netto è stato pari a 3,9 milioni (3,4 milioni nel 2018) ed include gli effetti delle società collegate estere facenti capo a Cementir Holding, nonché delle collegate di Vianini Lavori. 
Il risultato netto della gestione finanziaria è stato invece negativo per 9,6 milioni, mentre era positivo per 41,3 milioni nel 2018. Ma il dato del precedente esercizio era influenzato dalla rivalutazione al fair value per 40,1 milioni della quota del 24,5% già detenuta da Cementir in LWCC a seguito dell’acquisizione del controllo.

Quanto al debito finanziario netto, esso è pari a 272,4 milioni in forte calo rispetto ai 409,5 milioni del 2018. Una variazione legata principalmente al positivo flusso di cassa della gestione ordinaria e della variazione di perimetro di consolidamento di Vianini e Vianini Lavori, al netto delle passività finanziarie. Sicché il patrimonio netto a fine anno era pari a 2,146 miliardi, di cui 1,134 miliardi di competenza del gruppo.

Il futuro? Nel settore del cemento il gruppo prevede di migliorare i ricavi e la redditività e di ridurre il debito finanziario. Vianini Lavori sta concentrando i suoi sforzi sul completamento delle commesse in corso, considerate le grandi difficoltà del mercato delle opere pubbliche. Nell’immobiliare, il riassetto del 2019 consentirà «la focalizzazione della mission sulle attività connesse alla locazione». E proseguirà la dismissione degli asset non strategici. Infine, nell’editoria non si rilevano al momento segni di inversione di tendenza. 
R. Amo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA