Grecia, nuovi dubbi dei creditori

Grecia, nuovi dubbi dei creditori
di Teodoro Andreadis Synghellakis
2 Minuti di Lettura
Domenica 23 Agosto 2015, 06:07 - Ultimo aggiornamento: 24 Agosto, 13:56
ATENE - Il clima è sicuramente più sereno della campagna elettorale dello scorso gennaio, quando molte forze conservatrici europee avevano espresso infinite riserve su un' eventuale vittoria di Syriza. Ma chi credeva che il partito di Tsipras, in questa nuova tornata elettorale, sarebbe stato sostenuto senza alcuna remora dalle istituzioni creditrici, si sbagliava. A due giorni dalle dimissioni del primo ministro greco e prima ancora che il presidente della repubblica Pavlopoulos confermi ufficialmente la data del 20 settembre per la tornata elettorale, arriva la presa di posizione di Klaus Regling, direttore del Meccanismo Europeo di Stabilità, Esm.



IL MONITO

«Il prossimo governo greco deve avere bene a mente che, affinchè Atene possa ricevere gli aiuti dai partner, le riforme devono essere attuate», ha detto Regling. Ed ha anche aggiunto che «in teoria l'Esm potrebbe pure prendere sulle sue spalle il programma di aiuti, per un totale di 86 miliardi di euro, senza l'intervento del Fondo Monetario Internazionale, ma l'eurozona si attende che l'Fmi intervenga». Il Fondo per ora sta alla finestra.

Da una parte, quindi, si manda un preciso messaggio a Tsipras ed a Syriza, che malgrado la scissione è in vantaggio nelle intenzioni di voto. Gli si chiede di non mettere in discussione la via delle riforme e dei tagli imposti dai creditori. Dall'altra si apre all'eventualità di un salvataggio della Grecia «tutto europeo», anche se bisognerà prima convincere Berlino che vede la partecipazione dell'Fmi come una specie di garanzia. È vero che la sinistra greca ha sempre sostenuto che l'Unione si sarebbe dovuta riuscire a risolvere da sola la questione ellenica. Ma è anche vero che la partecipazione dell' istituzione economica internazionale con a capo la signora Lagarde, aiuterebbe ad arrivare a dei risultati concreti per l'alleggerimento del debito di Atene.



Nel frattempo, sono iniziate le prove tecniche di dialogo tra Syriza e i venticinque deputati ribelli che ieri hanno dato vita al nuovo gruppo parlamentare Unità Popolare. La portavoce del governo Tsipras, Plga Ierovassili, ha dichiarato in un intervista che «in teoria, se ci dovessero essere degli obbiettivi strategici in comune, Syriza non chiuderebbe la porta ad una collaborazione». La prima reazione di Panajotis Lafazànis, a capo della nuova forza politica Laikì Enotita- Unità Popolare, non è delle più calorose: «con dei partiti che sostengono i memorandum di austerità non ci può essere nessuna possibilità di collabo are», ha risposto Lafazanis.



Per quel che riguarda le consultazioni del presidente della repubblica, Prokopis Pavlopoulos, il leader del partito conservatore Nuova Democrazia, Vanghelis Meimarakis, dovrebbe riconsegnare domani l'incarico di formazione di un nuovo governo, senza che i suoi incontri abbiano portato- come previsto, d'altronde- a nessuna nuova maggioranza. Sarà quindi il turno di Lafazànis, che terra l'incarico per altri tre giorni e da giovedì, Pavlòpoulos, potrà annunciare la data della consultazione elettorale.