La sottosegretaria Guerra: «una madre su cinque, a 2 anni dalla nascita dei figli lascia il lavoro.

La sottosegretaria Guerra: «una madre su cinque, a 2 anni dalla nascita dei figli lascia il lavoro.
di Franca Giansoldati
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Giovedì 10 Marzo 2022, 19:40

E' un quadro crudele e desolante quello che ha tratteggiato Maria Cecilia Guerra, sottosegretaria al Mef, partecipando ad un convegno sul lavoro delle donne, davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio. A cominciare dal dato più grave: una mamma su cinque, a due anni dalla nascita dei figli decide di lasciare il lavoro. Praticamente una sconfitta in un Paese con un forte declino demografico. Poi ci sono le barriere culturali da abbattare, i servizi di affiancamento che mancano e persino un sistema giudiziario che rende difficoltosa l'emersione della violenza.

LAVORO

«Il legame fra la maternità e le difficoltà di accesso qualificato al mercato del lavoro sono evidenti in Italia. Cito alcuni dati impressionanti che continuiamo a ignorare: se prendiamo le donne in età fertile (tra i 25 e i 34 anni) vediamo che il tasso di occupazione di quelle con un figlio in età prescolare è il 57,5% rispetto alle donne della stessa età che non hanno figli. Vorrà dire qualcosa? Se guardiamo i Neet, i giovani senza lavoro e al di fuori di un percorso di formazione, il 25,5% sono madri e solo il 2,4% sono padri. Vorrà dire qualcosa? Se prendiamo in considerazione queste donne Neet vediamo che nel 90,3% dei casi sono inattive, non disoccupate»

MATERNITA'

Se ne deduce che nell'anno domini 2022 la maternità è ancora un problema, invece di essere una cosa bella, un’opportunità, una necessità per la riproduzione della forza lavoro. «Un esempio: abbiamo fra i giovani una preoccupante diffusione di lavoro a tempo determinato ma non è la stessa cosa per un maschio per una femmina, perché la donna che rimane incinta e ha un figlio non viene più riassunta e  il datore di lavoro non deve nemmeno prendersi il disturbo di licenziarla, basta  lasciare scadere il contratto». 

A rendere più fosco l'orizzonte si intromette il fattore tempo. Già, perchè le donne sono multitasking. «Dobbiamo lavorare fuori casa, dobbiamo occuparci dei figli (e non solo) e in più dobbiamo anche cercare di partecipare alla vita pubblica altrimenti non arriviamo nei posti decisionali che ci permettono di migliorare la nostra situazione».

SERVIZI

Da decenni si parla di potenziare i servizi, si parla di un piano per gli asili nido, per le mense scolastiche, per i servizi per gli anziani e la sanità domiciliare.  «Nel Pnrr qualche passo è stato fatto, l’integrazione sociosanitaria comincia a essere un programma vero e speriamo di andare avanti in questa direzione.  Un altro aspetto affrontato nel Pnrr riguarda gli investimenti nei sistemi di trasporto pubblico» .

VIOLENZA

La sottosegretaria ha concluso l'intervento parlando della violenza e certe distorsioni del nostro sistema giudiziario. «In questo Paese una donna che subisce maltrattamenti da parte del compagno e ha dei figli non ha via d’uscita. Per essere sicura di vedersi affidato il figlio deve prima dimostrare di essere stata massacrata, se deve essere messa in sicurezza deve abbandonare tutto, figli compresi, ed è una scelta difficilissima. Cosa dire poi di questo illogico doppio binario tra la giustizia civile e quella penale? I casi eclatanti sono noti: ci sono madri che in sede civile perdono la custodia dei figli pur avendo prova delle violenze subite perché i procedimenti percorrono vie parallele. E se una madre prova a rivendicare i propri diritti viene accusata di essere alienante e le portano via i bambini».

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