Femminicidi, Martina e gli altri orfani invisibili: ancora non c'è un'anagrafe

Femminicidi, Martina e gli altri orfani invisibili: ancora non c'è un'anagrafe
di Simona Verrazzo
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Sabato 5 Febbraio 2022, 17:30 - Ultimo aggiornamento: 24 Marzo, 20:30

Sono le vittime invisibili di un crimine che non accenna a diminuire nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione: nel femminicidio la donna viene uccisa, spesso proprio dal suo compagno di vita, e per i suoi figli si apre l'abisso del dolore per la perdita della mamma e l'incognita di un futuro senza alcuna certezza. Nessuno può più riportare in vita le loro madri, ma per questi orfani ora c'è la speranza di poter ottenere il sostegno finanziario che spetta loro. La svolta è iniziata con la legge 4 dell'11 gennaio 2018, un testo in cui lo Stato per la prima volta si impegna a farsi carico degli orfani della violenza domestica, i quali, in molti casi, perdono nello stesso momento entrambe i genitori, con la madre uccisa e il padre, autore del femminicidio, in carcere. Negli anni la normativa in materia si è implementata con il cosiddetto Codice Rosso (legge 69 del 19 luglio 2019), fino ad arrivare al decreto 71 del 21 maggio 2020.
Nonostante lo sforzo delle istituzioni e della società civile, i figli delle vittime di femminicidio restano ancora nell'ombra. Un dramma nel dramma al centro di un libro inchiesta A Braccia Aperte, in cui di Sara De Carli e Sabina Pignataro, giornaliste di Vita, raccontano cosa accade ai minori che hanno perso tutto a causa della violenza domestica nelle loro famiglie. L'obiettivo del progetto, realizzato grazie all'impegno dell'impresa sociale Con i Bambini, è quello di creare «Un faro acceso sui figli delle vittime di femminicidio».


LE STORIE
«Nella nostra inchiesta - spiegano a Il Messaggero Sara De Carli e Sabina Pignataro - poniamo l'accento su due principali punti da affrontare: realizzare linee-guida condivise sulla presa in carico degli orfani dal momento del femminicidio e creare un'anagrafe con i dati di ciascun di loro».
Le autrici raccontano alcune storie di bambini invisibili. Martina, due volte orfana, dopo che il padre aveva ucciso la madre e poi si era suicidato: l'avvocata che le faceva da tutore è diventata la sua mamma affidataria. Francesco, 9 anni, che vive con i nonni e da grande vuole fare il poliziotto per «arrestare quelli che fanno del male alle donne». O Maddalena, prima orfana (la madre uccisa dall'ex compagno dopo averlo denunciato) e poi vittima di abusi.


I PROGETTI
Braccia Aperte è il nome del bando attraverso il quale Con i Bambini, nel 2020, ha stanziato 10 milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il percorso ha portato alla selezione, in co-programmazione, di quattro partenariati che stanno portando avanti progetti della durata di 48 mesi, arrivando a coprire l'intero territorio nazionale. I soggetti scelti sono i Centri Antiviolenza EMMA Onlus per l'Italia del nord-est, la cooperativa sociale Iside per il nord-ovest, l'associazione Il Giardino Segreto per il centro e la cooperativa sociale Irene '95 per il sud e le isole.
Secondo il report realizzato da Con i Bambini e Fondazione Openpolis, nel 2020 erano ancora circa duemila gli orfani di violenza domestica potenziali beneficiari del fondo messo loro a disposizione dalla legge 4/2018. Nel conteggio ci sono ci sia minori sia maggiorenni economicamente autosufficienti.


GLI OPERATORI
Le autrici raccolgono anche le testimonianze degli operatori impegnati in prima linea. Alessia Guidetti, presidente dell'associazione Libere Sinergie, sottolinea la discontinuità tra teoria e pratica della legge: coloro che affrontano questi temi al livello accademico e politico, nella maggior parte dei casi, non ha mai parlato con un orfano di una vittima di femminicidi. Nadia Muscialini, responsabile di Soccorso Rosa, evidenzia che nei casi di femminicidio vengono immediatamente attivati polizia, tribunali, media, ma non uno psicoterapeuta che accolga e sostenga i familiari, in particolare i bambini. La tempestività è fondamentale nel comunicare la notizia e Carla Garlatti, Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza, ribadisce l'importanza di un intervento immediato nella tutela degli orfani. L'obiettivo è aiutarli ad affrontare una situazione così drammatica, per superarla e porre le basi per un presente tutto da ricostruire.

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