ROMA Come nei film di Sergio Leone, alla fine del duello tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi solo uno rimarrà vivo, politicamente s’intende. Ma se la politica è “sangue e merda”, come sostiene Rino Formica, l’epilogo cruento è scontato. Il leader di Italia Viva ritiene Conte non sia adeguato a gestire l’emergenza sociale ed economica post-pandemia ed infatti evoca sempre più spesso il nome di Mario Draghi. Un tecnico ma anche un uomo con forti rapporti internazionali certamente più solidi dell’attuale premier sul quale pesa quel “Giuseppi” di trumpiana memoria.
La coincidenza temporale tra lo showdown parlamentare tra i due e l’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca non sembra casuale e dovrebbe interrogare anche quella parte del Pd ex “ditta” che si accinge a celebrare i cento anni della nascita del Pci.
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