«L’universo (che altri chiamano la Biblioteca) si compone d’un numero indefinito, e forse infinito, di gallerie esagonali, con vasti pozzi di ventilazione nel mezzo, bordati di basse ringhiere. Da qualsiasi esagono si vedono i piani superiori e inferiori, interminabilmente». Non si può non pensare a “La biblioteca di Babele”, uno dei racconti più straordinari di Jorge Luis Borges, ammirando l’opera che l’artista slovacco Matej Kren ha creato nella Biblioteca Municipale di Praga: una torre di 8.000 libri (dal titolo “Idiom”) con uno squarcio che la svela al mondo esterno. Ha una particolarità: se si guarda dentro la torre, per un gioco di specchi, appare un vortice infinito. Un intero universo di volumi senza fine. Una sorta di cilindro, che può dare una sensazione di ansietà, oppure di estrema pace: dipende dallo stato d’animo dell’osservatore. Libri da leggere, libri già letti, libri che dovrebbero stare in cima alla lista e sono caduti in fondo. Per chi ama i libri, scoprire questa torre è qualcosa che colpisce nel profondo.
Il senso di vertigine è lo stesso che sorprende i lettori di Borges, ma anche chi ammira un'opera di Escher.
Il fascino maledetto dei libri proibiti (e perché c'è chi invoca la censura)
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