Riccardo De Palo
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di Riccardo De Palo

Orwell mania, nuove traduzioni di "1984" il romanzo contro tutti i totalitarismi

Orwell mania, nuove traduzioni di "1984" il romanzo contro tutti i totalitarismi
di Riccardo De Palo
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Sabato 16 Gennaio 2021, 13:04 - Ultimo aggiornamento: 20:33

“Orwelliano è diventato un insulto multiuso”, denuncia il New York Times, riferendosi alle accuse rivolte ai social network che hanno censurato Donald Trump. Fatto sta che pochi libri sono stati riletti (o letti per la prima volta) in questi mesi come “1984” di Eric Arthur Blair, noto ai più con lo pseudonimo di George Orwell. Quest’anno, complice i diritti diventati di pubblico dominio, ne escono diverse traduzioni. Quella di Einaudi, a cura di Marco Rossari, vanta anche una postfazione di Thomas Pynchon, l’autore “fantasma” di libri di culto come “Vizio di forma”; Sellerio pubblica lo stesso libro nella traduzione di Tommaso Pincio, scrittore il cui vero nome è Marco Colapietro e che si rifà proprio al misterioso scrittore americano. Non solo: Sellerio sceglie anche di mutarne il titolo, scegliendo la forma in lettere “Millenoventottantaquattro” piuttosto che l’ordinario “1984”.

"1984" di Orwell, 70 anni dopo: il Grande Fratello vive sulla Rete

Dire che questo libro cupo lasci qualche spiraglio di speranza, che sia terapeutico o liberatorio nei confronti dell’odierno Grande Fratello della sorveglianza di massa, è piuttosto arduo. Ma lo stesso Pynchon scrive che “una delle tante gioie che dà la lettura di questo libro è vedere Julia che si trasforma da seduttrice dominante a giovane donna capace di amare davvero, così come uno dei dolori più grandi è assistere alla distruzione del suo amore”. L’amore impossibile tra Winston e Julia, nel regime totalitario in cui sono costretti a vivere, ricorda un po’ quello descritto da David Bowie nella canzone “Heroes”, che apprezzava molto Orwell, che ripeteva come un mantra “possiamo batterli per sempre” ed “essere eroi solo per un giorno”.

La “neolingua” (Newspeak), quella sorta di inglese semplificato che elimina i significati ambigui (poiché il diavolo si insinua, si sa, nei dettagli) e il “bispensiero” (doublethink), ovvero la capacità di ritenere vero qualunque assunto e anche il suo opposto, ben descrivono la spersonalizzazione forzata vissuta in qualunque regime totalitario, come lo stalinismo che aveva in mente Orwell.

Diversi gli approcci dei due traduttori. Big Brother, per esempio, nella versione di Pincio diventa (più letteralmente) Fratello Maggiore, mentre Rossari lascia la versione classica, Grande Fratello.

Anche “La fattoria degli animali” - che guardava allo stesso modo agli orrori dell’Unione Sovietica - è stata oggetto di una nuova traduzione pubblicata da Einaudi, a cura dello stesso Rossari.

La struttura della favola restituisce alla metafora del totalitarismo una efficacia rimasta proverbiale. Il settimo “comandamento” delle bestie viene aggiornato ai tempi e diventa l’unico disponibile a cui adeguarsi: a “tutti gli animali sono uguali”, viene aggiunto un definitivo “ma alcuni animali sono più uguali degli altri”. Un libro che dovrebbe essere mandato a memoria, sempre e comunque, a tutte le latitudini.

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