Truffa sui fondi, guai per i Valentini
sigilli al Centro per l’impiego aquilano

L'immobile sotto sequestri
di Marcello Ianni
2 Minuti di Lettura
Venerdì 18 Settembre 2015, 15:00
L'AQUILA - Ancora una inchiesta su una presunta truffa milionaria, resa possibile, ancora una volta, “da un accordo con ignoti funzionari del Comune dell’Aquila” che avrebbero apposto timbri circolari “Segreteria Generale - Comune dell’Aquila 30 maggio 2013” per una “comunicazione di inizio lavori per sopraelevazione edificio”.



E ancora una volta oggetto dell’interesse dei carabinieri del Ros dell’Aquila, sono gli imprenditori Gabriele e Marco Valentini, insieme ad Antonello Mancini, ingegnere, amministratore di condominio. Gli stessi finiti sotto processo per un’analoga presunta tentata truffa sempre milionaria e sempre con la complicità di funzionari comunali: quella dei lavori di ristrutturazione dell’edificio che oggi ospita l’Agenzia regionale delle Entrate di via Zara. Ieri il Gip Buccella, su richiesta della pm D’Avolio e sulla scorta di una perizia del geometra teramano Gabriele Di Natale, ha posto i sigilli nel condominio Carratelli di via Rocco Carabba, dove trovano spazio gli uffici del Centro per l’impiego dell’Aquila, anche se gli impiegati continueranno ad offrire le prestazioni agli utenti.



LE CARENZE DEL PLESSO - Sequestrato con tanto di sigilli, per carenze tecniche anche lo spazio interno dell’edificio, riservato al front-office. I carabinieri del Ros (con i colleghi del Norm e personale dei vigili urbani) hanno anche notificato gli avvisi di garanzia a Gabriele Valentini, titolare della “Emerald 75”, al figlio Marco, presidente del Cda della stessa società, ed ad Antonello Mancini, l’ amministratore del condominio Carratelli. Tutti sono indagati di violazioni urbanistiche per la destinazione d’uso dei locali e per gli spazi riscontrati: 156 metri quadrati dichiarati, 412,22 quelli accertati. Il solo ingegnere è accusato di falso, nella veste di progettista. Sempre ai tre il pm D’Avolio, contesta la tentata truffa aggravata per 1 milione e 400 mila euro circa “facendo figurare la titolarità delle unità immobiliari facenti parte del fabbricato in capo a precedenti proprietari al fine di occultare il reale trasferimento della proprietà dell’immobile alla società Emerald 75, per non determinare la perdita del diritto al contributo pubblico”.



Tra le contestazioni del pm anche le modalità di richiesta di contributo e soprattutto di catalogazione dell’edificio, fatto passare per residenziale “nonostante l’avvenuta trasformazione in immobile ad uso direzionale”, senza alcun titolo autorizzativo, e concesso in locazione dal novembre 2013 alla Provincia dell’Aquila al canone annuo di 522 mila euro. Il Gip evidenzia come il contributo milionario è stato erogato grazie agli accertamenti dall’Usra e dalla Municipale. Il Gip infine evidenzia anche “un accordo con ignoti funzionari del Comune dell’Aquila” che avrebbero agevolato gli indagati con una falsa certificazione di avvenuto deposito con “l’aggravante del fatto commesso al fine di assicurarsi – ad indagini in corso – l’impunità dei reati commessi”. Gli indagati sono assistiti dagli avvocati Ferdinando e Manuela Paone.
© RIPRODUZIONE RISERVATA