Terrorismo, cuoco palestinese arrestato all'Aquila: c'è un secondo indagato

Terrorismo, cuoco palestinese arrestato all'Aquila: c'è un secondo indagato
di Marcello Ianni
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Sabato 24 Febbraio 2024, 07:29

Dal carcere dove è rinchiuso continua a professare la propria innocenza, nel frattempo spunta un altro indagato sempre per terrorismo a piede libero, residente in città. Va avanti a ritmo serrato l’inchiesta della Digos della Questura dell’Aquila volta a fare luce sulla presenza in città di due giovani palestinesi (di cui uno arrestato, Anan Yaneesh) a quanto pare sostenitori e attivisti per la causa palestinese. Secondo fonti investigative, quella in mano ai pm Fabio Picuti è la più importante inchiesta antiterrorismo in atto in Italia. Non è un caso che da giorni in Procura si susseguono vertici tra i due pm della Dda e altri organismi investigativi di Roma. Di qui il comprensibile sospetto che i due ragazzi possano rivestire ruoli non secondari nella guerra in corso.

Sarà un esperto informatico aquilano a verificare se i dispositivi sequestrati dagli investigatori nell’abitazione dei due giovani a San Giacomo possano conservare materiale di interesse investigativo. Su un binario diverso, invece, viaggia la richiesta di estradizione avanzata da Israele nei riguardi appunto del cittadino palestinese Anan Yaneesh, di 37 anni, originario della città di Tulkarem (in Cisgiordania), dal 2017 residente in città, arrestato e trasferito nel carcere di Terni, assistito dagli avvocati Stefania Calvanese del Foro dell’Aquila e Flavio Rossi Albertini del Foro di Roma. 

Sul 37enne con un passato di cuoco all’Aquila e a quanto pare titolare di un ristorante a Venezia (e non all’Aquila come si era inizialmente detto) pende l’accusa da parte di Israele di aver partecipato anni fa ad azioni illegali nei territori occupati.

Il giovane nel corso degli anni ha condotto la propria attività politica all’interno del contesto della Seconda Intifada; ha scontato oltre 4 anni nelle carceri dell’occupazione e subito un agguato delle forze speciali israeliane nel 2006, durante il quale ha riportato ferite da arma da fuoco. Il 37enne nel 2013 ha abbandonato la Palestina per raggiungere la Norvegia, luogo nel quale si sarebbe sottoposto ad un intervento chirurgico per la rimozione dei proiettili rimasti nel corpo per anni. Nel 2017 è arrivato all’Aquila. Nel 2023 si è recato in Giordania (la sua fidanzata lavora presso un’ambasciata in Cisgiordania) e lì è stato rapito dai servizi di sicurezza per essere consegnato ad Israele. Dopo circa sei mesi di detenzione, il ragazzo è stato improvvisamente rilasciato ed è tornato all’Aquila dove ad attenderlo c’erano gli agenti della Digos che hanno fatto scattare le manette su disposizione della Procura Generale presso la Corte d’Appello dell’Aquila, (prima ancora del Governo italiano) subito impugnato in Cassazione.

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