Dal carcere dove è rinchiuso continua a professare la propria innocenza, nel frattempo spunta un altro indagato sempre per terrorismo a piede libero, residente in città. Va avanti a ritmo serrato l’inchiesta della Digos della Questura dell’Aquila volta a fare luce sulla presenza in città di due giovani palestinesi (di cui uno arrestato, Anan Yaneesh) a quanto pare sostenitori e attivisti per la causa palestinese. Secondo fonti investigative, quella in mano ai pm Fabio Picuti è la più importante inchiesta antiterrorismo in atto in Italia. Non è un caso che da giorni in Procura si susseguono vertici tra i due pm della Dda e altri organismi investigativi di Roma. Di qui il comprensibile sospetto che i due ragazzi possano rivestire ruoli non secondari nella guerra in corso.
Sarà un esperto informatico aquilano a verificare se i dispositivi sequestrati dagli investigatori nell’abitazione dei due giovani a San Giacomo possano conservare materiale di interesse investigativo. Su un binario diverso, invece, viaggia la richiesta di estradizione avanzata da Israele nei riguardi appunto del cittadino palestinese Anan Yaneesh, di 37 anni, originario della città di Tulkarem (in Cisgiordania), dal 2017 residente in città, arrestato e trasferito nel carcere di Terni, assistito dagli avvocati Stefania Calvanese del Foro dell’Aquila e Flavio Rossi Albertini del Foro di Roma.
Sul 37enne con un passato di cuoco all’Aquila e a quanto pare titolare di un ristorante a Venezia (e non all’Aquila come si era inizialmente detto) pende l’accusa da parte di Israele di aver partecipato anni fa ad azioni illegali nei territori occupati.