Mazzette, finisce sotto processo per uno scambio di persona: assolto dopo 10 anni

Antonio D’Angelo, 65 anni di Pratola Peligna, dirigeva l’Ufficio tecnico ed era responsabile unico del procedimento e venne arrestato

Sotto processo per uno scambio di persona, assolto dopo 10 anni
di Patrizio Iavarone
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Venerdì 23 Giugno 2023, 09:09

Ha rinunciato alla prescrizione, perché la vicenda che lo ha visto coinvolto era troppo incredibile e troppo rumorosa da lasciar decantare nel tempo. Nonostante siano trascorsi dieci anni dai fatti che gli vennero contestati: prima l’accusa di aver intascato mazzette, poi quella di aver turbato una gara d’appalto. Quella della scuola elementare “V.Clemente” di Bugnara, dove Antonio D’Angelo, 65 anni di Pratola Peligna, in provincia dell'Aquila, dirigeva l’Ufficio tecnico ed era responsabile unico del procedimento. Finì agli arresti per quelle accuse e, nonostante la misura venne revocata dopo che si scoprì un incredibile scambio di persona, finì anche a processo, conclusosi ieri al Tribunale di Pescara con la sua assoluzione. Formula piena che più piena non si può, perché le manette, il demansionamento che seguì a causa dell’inchiesta, non avevano alcun senso, motivo di essere. Semplicemente perché non era lui quello a cui un imprenditore umbro disse di aver consegnato 10mila euro per avere il bando di gara in anticipo. Una mazzetta su un appalto da 1,3 milioni di euro, consegnata in un ristorante dove un’altra persona, che gli inquirenti poi identificarono in tale Antonio Ciccarini, si presentò come il Rup D’Angelo.  Dopo l’istanza del suo avvocato, Umberto Di Pillo, l’imprenditore che aveva versato l’obolo venne chiamato a un riconoscimento fotografico e da lì si capì che “ Antonio D’Angelo” non era Antonio D’Angelo.


La sua posizione processuale, rimase però in piedi, perché, sosteneva l’accusa, il file o meglio il cd che venne sottratto dagli uffici e che conteneva gli elementi utili alla gara, venne preso dal suo computer.

Ieri, rinunciando alla prescrizione, a differenza degli altri 14 imputati, D’Angelo è stato definitivamente assolto. Liberato di un peso enorme che ha condizionato la sua vita e la sua carriera. L’inchiesta, denominata “Heartquake” e partita dagli appalti post-sisma nel Comune di Bussi (di qui la competenza territoriale del Tribunale di Pescara) e poi estesa anche a Bugnara, resta in piedi per i reati non andati in prescrizione (che vanno dalla tentata estorsione alla corruzione): almeno altri sei episodi che vedono a oggi ancora sotto processo nove dei quindici imputati nell’inchiesta. Tra loro non c’è più, e non avrebbe mai dovuto esserci, il nome di Antonio D’Angelo a cui veniva contestata solo la vicenda della scuola elementare di Bugnara. Un madornale errore giudiziario risolto dopo dieci anni, otto dei quali sotto processo.

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