Delitto del Dams, 40 anni dopo: Francesco Ciancabilla tornato all’arte

La docente e critica d’arte Francesca Alinovi, 35 anni, fu uccisa nel suo appartamento di Bologna, trafitta da 47 piccoli colpi di coltello.

Delitto del Dams, 40 anni dopo: Francesco Ciancabilla tornato all’arte
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Lunedì 12 Giugno 2023, 10:13

È ricordato come “il delitto del Dams”, che divise l’opinione pubblica fra innocentisti e colpevolisti. Oggi, 40 anni fa, la docente e critica d’arte Francesca Alinovi, 35 anni, fu uccisa nel suo appartamento di Bologna, trafitta da 47 piccoli colpi di coltello. Quel pomeriggio lo aveva passato, assumendo, secondo gli accertamenti, anche cocaina, insieme allo studente pittore pescarese Francesco Ciancabilla, 24 anni, ritenuto l’autore dell’omicidio e condannato poi in via definitiva a 15 anni di reclusione.


Francesca, critica d’arte di punta, e Francesco, aspirante artista delle arti visive, avevano da tre anni una relazione sentimentale, quasi esclusivamente platonica. Quel giorno Ciancabilla uscì dalla casa della Alinovi nel tardo pomeriggio e prese un treno per Pescara, la sua città, alle 19,30: l’uomo ha sempre sostenuto che la docente del Dams era ancora viva quando lui lasciò l’abitazione. Il processo, tutto indiziario, fece scalpore. Il giallo fu subito ribattezzato il delitto del Dams, dal corso in discipline di arte, musica e spettacolo. Assolto in primo grado nel 1985 per insufficienza di prove, Ciancabilla fu condannato in appello a 15 anni di reclusione, sentenza confermata in Cassazione nel 1988. In un’intervista dal carcere disse di volere una revisione del processo (l’istanza non fu accolta), ma di non avere intenzione di chiedere la grazia: «Dovrei ammettere una colpa che non ho, dovrei ammettere di aver commesso il delitto».
Nel frattempo Ciancabilla è tornato a dipingere, sulla sua pagina web si definisce «artista, traduttore, insegnante di lingue, globetrotter» e aggiunge: «Nel 1983 per una serie di disgraziate coincidenze verrò prima indiziato e alcuni anni dopo condannato per un infamante delitto per il quale ho sempre rivendicato la mia totale estraneità, mi vedrò costretto a lasciare l’Italia ed iniziare una lunga latitanza». Da tempo è conosciuto negli ambienti dell’arte figurativa con lo pseudonimo «Frisco»: tra le sue opere, esposte anche a Bologna alcuni anni fa, c’è un dipinto con il volto di Francesca.
 

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