Ieri mattina la moglie, insieme ai due bimbi e alla baby sitter, era a bordo di un autobus diretto a un parco acquatico di Riccione: nei pressi di Ancona ha ricevuto la chiamata del marito. I due hanno avuto una discussione in cui l’uomo ha annunciato l’intenzione di suicidarsi. Subito dopo la donna ha udito per telefono il rumore dello sparo. Sono stati attimi drammatici: la quarantunenne ha chiesto all’autista di fermare il bus, è scesa dal mezzo ed è stato lanciato l’allarme alla polizia. Allarme poi girato alle forze dell’ordine abruzzesi, che si sono subito attivate. Inizialmente non era chiaro se Franco fosse a Montesilvano o a Francavilla: i carabinieri hanno raggiunto entrambe le abitazioni. Il corpo è stato trovato nell’appartamento di contrada Foro. Sono stati i vigili del fuoco ad aprire la porta.
Franco era in camera da letto, sul pavimento, in una pozza di sangue. Inutile l’intervento del 118: l'uomo era già morto per un colpo alla testa che lui stesso aveva esploso con la sua pistola da poligono, regolarmente detenuta. Le indagini sono state avviate dai carabinieri di Francavilla e del nucleo operativo e radiomobile di Chieti. Franco era in fase di separazione a causa di incomprensioni che andavano avanti da un po’. Dopo la ricognizione del medico legale, su disposizione del pm di turno, la salma è stata riconsegnata alla famiglia. I vicini raccontano di litigi tra la coppia sempre più frequenti. Informata della tragedia, la moglie è ripartita per Francavilla, dove è stata ascoltata dagli investigatori. Sconvolti gli amici della Tua, ex Gtm. Franco, autista a Pescara sulle tratte urbane, è descritto da tutti come un lavoratore esemplare, sempre disponibile con i colleghi. «Siamo sotto choc - racconta uno di loro, Patrizio Gobeo -. Franco era un uomo equilibrato ed educato. Gli piaceva stare in compagnia ed aveva due grandi doti: sapeva ascoltare e parlava solo quando conosceva ciò di cui si stava discutendo. L’ho incrociato venerdì sera, a lavoro, intorno alle nove: non c’era niente che potesse far immaginare una tragedia simile».
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