Addio a Fabio Cicconetti, incontrò papa Francesco dopo il sisma di Amatrice. «Un'emozione così solo con Berlinguer»

Addio a Fabio Cicconetti, incontrò papa Francesco dopo il sisma di Amatrice. «Un'emozione così solo con Berlinguer»
di Mario Giancristogaro
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Venerdì 11 Settembre 2020, 08:53 - Ultimo aggiornamento: 13:23

Per tutti, a Lanciano, era “nonno Fabio”, quello che aveva incontrato e parlato con Papa Francesco, nel dopo terremoto di Amatrice, sua città di origine, dove era ritornato dopo la chiusura della storica Cartolibreria, una specie di cenacolo culturale, che aveva gestito in città, fino agli anni ‘80, nel centralissimo corso Trento e Trieste. Così la morte improvvisa nella cittadina laziale di “nonno Fabio”, al secolo Fabio Cicconetti, 87 anni, è rimbalzata subito a Lanciano suscitando cordoglio e tanti ricordi. Aveva superato il trauma e i danni del terremoto, il dolore per la casa distrutta, ma questa volta il cuore l’ha tradito.

Ieri, ai funerali, è stato presente anche il sindaco di Lanciano Mario Pupillo. La storia dell’incontro tra “nonno Fabio” e Papa Francesco, arrivato a inizio ottobre 2016 sui luoghi del terremoto ad Amatrice e dintorni, venne raccontata proprio dal Messaggero, tramite un contatto attivato dal nipote Leo Marongiu, che a Lanciano è presidente del consiglio comunale. Per giorni, in città, non si parlò d’altro, anche perché nonno Fabio ci teneva ogni volta a mandare, tramite il nostro giornale, i saluti ai suoi tanti amici di Lanciano. Con la morte della moglie Annunziata, Cicconetti si era del tutto sistemato ad Amatrice, dove la figlia, Maria Teresa, è titolare della “Farmacia Cicconetti”. A Lanciano vive con la famiglia l’altra figlia, Elena, che lavora all’ospedale Renzetti. Ma tornava ogni anno a Lanciano per le feste di settembre e raccontava di quell’incontro col Papa.

Ricordiamo ancora la lunga telefonata di quattro anni fa con nonno Fabio. «Sapete - diceva - io ci vedo poco e non avevo riconosciuto quell’uomo vestito di bianco. Lui si è avvicinato e mi ha detto “sono Francesco”. È entrato nella mia stanza, ci siamo tenuti per mano. Abbiamo parlato a lungo, anche di Lanciano. E’ scattata come una scintilla. Gli ho chiesto di darmi un bacio e lui me ne ha dati due sulle guance. Posso dirlo? Un’emozione così l’avevo provata solo quando avevo incontrato Enrico Berlinguer. Francesco, come ha voluto che lo chiamassi, è una persona straordinaria, di grande dolcezza e carisma. Io confesso di essere sempre stato un po’ anticlericale, ma questo Papa mi ha subito trasmesso una profonda serenità e una gioia indescrivibile.

Sono contento che a Lanciano si parli molto dell’incontro che ho avuto col Papa al centro di riabilitazione. E’ stata una grande emozione che porterò per sempre con me». 

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