L’Aquila, Consorzio Aquilano: primo laboratorio caseario post Covid con 15 produttori

L’Aquila, Consorzio Aquilano: primo laboratorio caseario post Covid con 15 produttori
di Daniela Rosone
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Martedì 16 Giugno 2020, 16:31
L’AQUILA - I formaggi hanno il nome delle chiese dell’Aquila. La mozzarella, ad esempio, si chiama 99 ma ad Assergi, per fare un altro esempio, è dedicato il formaggio San Franco aromatizzato con il fieno locale. Questo per rendere al meglio l’idea di città-territorio. Per la prima volta 15 aziende locali, 15 produttori tra agricoltori e allevatori, si mettono assieme e danno vita ad un laboratorio caseario che raccoglie i prodotti del Consorzio Aquilano, nato a febbraio ma che ora, dopo l’emergenza Covid, si presenta ufficialmente. Il laboratorio si trova a Bazzano, all’imbocco del nucleo industriale. 

L’obiettivo è valorizzare e commercializzare, sotto un unico marchio, i prodotti caseari e agricoli del territorio aquilano. Il logo che li unisce è il rosone di Collemaggio. Il direttore è Nazario Libero. I fondatori sono Luca Tarquini che ne è il presidente, Alfredo De Paulis che è il vice presidente, Alfio Cesareo,  Americo Pezzopane, Angelo Marcocci, Luigi Cocciolone, Marcello Palmeri, Filippo Nurzia, Andrea Vivio, Sara Lalli, Fabio Centi, Francesca Alfonsetti, Vincenzo Frascarelli, azienda Fonte Cerreto e Ilaria Forte.

Dopo la benedizione di Don Cesare Cardozo al via la cerimonia, partecipata ma a distanza di sicurezza con il taglio del nastro e la visita al laboratorio dove il casaro ha mostrato pure la lavorazione della mozzarella.

Caciotte, mozzarelle, pecorino che è un po’ il prodotto di punta, ricotta e tanto altro perché presto arriverà il suino nero d’Abruzzo, farine, mais, verdure. “Il nostro vuole essere un modo - spiega il presidente Luca Tarquini - per promuovere L’Aquila ma anche tutto il territorio sotto un marchio completamente aquilano. Ci siamo uniti per produrre un qualcosa che possa identificare la città che in origine era una città di pastorizia”.

Per ora si vende sul posto ma l’intenzione, ha spiegato Tarquini, è quella di strutturarsi sempre meglio per riuscire ad esportare i prodotti dappertutto. “In questo momento c’è una riscoperta dei prodotti e dei sapori locali - aggiunge Tarquini - anche la distribuzione sta mostrando interesse per noi, così come il turista. È un’occasione per valorizzare le tipicità e il turismo montano, tra l’altro”. 

A deliziare il palato dei presenti, al termine dell’inauguraizone, la chef Letizia Cucchiella e Nicola Ursini del ristorante Le Origini. Presenti le Belve neroverdi, neo campionesse d’Italia e l’associazione culturale 4x4. A benedire questa prima iniziativa legata al lavoro e ad un’inaugurazione post Covid c’erano tante istituzioni, dalla Regione al Comune ma anche al Governo rappresentato dal’onorevole Pezzopane, passando per il Rettore Alesse e per tutti i rappresenti di forze dell’ordine ed Esercito che hanno voluto esserci.

Importante il contributo scientifico delle Università di Perugia e Padova. 
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