L’Aquila, i 50 anni di Ingegneria a Roio

L’Aquila, i 50 anni di Ingegneria a Roio
di Daniela Rosone
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Giovedì 19 Dicembre 2019, 14:49
L’AQUILA - Una storia lunga 50 anni quella della facoltà
di Ingegneria a Roio. Dal 1969, quando la scelta di collocarsi nella struttura dell’ex colonia fu quasi visionaria, sino ad oggi.

Tutti i protagonisti riuniti in un convegno celebrativo, organizzato tra gli altri dalla professoressa onoraria Domenica Paoletti, che ha visto anche la presentazione di una pubblicazione sui 50 anni “Passione & Futuro” edita da One Group.

Una location quasi simbolica quella dell’ex facoltà che veglia sulla città, a rafforzare il legame con la sua ricostruzione ma che oggi chiede anche risposte concrete proprio sulla sua di ricostruzione, come ha sottolineato l’ex rettrice Paola Inverardi nel suo saluto a mezzo mail.

La sede storica è inagibile, come dieci anni fa. Il passato di ingegneria è rappresentato in sala da uno dei pionieri, il professor Giovanni Schippa, che 50 anni fa portó avanti, come ha sottolineato pure il sindaco Biondi, una scelta coraggiosa delocalizzando la facoltà e anticipando peraltro il tema del riuso del suolo.

Ad aprire il convegno i saluti dell’assessore regionale Guido Liris e del sindaco. “Le professioni tecniche - ha detto - hanno un ruolo predominante che non è solo studiare, progettare e dirigere il modo migliore per ricostruire in sicurezza ma significano pure accompagnare attraverso le idee il modello di una città nuova”.

Biondi ha ricordato come l’Università sia stata capace di superare una fase critica e come ancora oggi sia luogo principe per la formazione di giovani aquilani e non. Presente il rettore dell’Ateneo Edoardo Alesse. “Ingegneria - ha detto - è per me sempre un elemento centrale. Stare dietro al progresso non è semplice ma noi ci riusciremo.

Forse più del futuro serve l’utopia, cioè l’azione di personaggi visionari come gli ex rettori Bignardi e Schippa che hanno avuto il coraggio di far crescere su una collina un gioiello come questo”. Molto critico l’intervento del professor Angelo Luongo, direttore Diceaa, che ha aspramente criticato la riforma del 3 + 2 che per lui ha distrutto la figura dell’ingegnere.

Anche il presidente dell’ordine degli ingegneri Pierluigi De Amicis sulla stessa linea. Per Guido Proietti, direttore del Disim, i dipartimenti hanno raccolto l’eredità della gloriosa facoltà ma la nascita del Disim, che per alcuni è stata vissuta come una diaspora, per lui è tale solo se c’è incomunicabilità tra le parti.

Il professore ha ribadito che il dialogo e la comunicazione tra dipartimenti é un grande accrescimento. Walter D’Ambrogio, direttore del Diiie, ha evidenziato che loro continuano ad avere numeri molto positivi con laureati che vengono richiesti subito dal mercato. Ma accanto a questo ha evidenziato le ciriticità, su tutte i collegamenti con Roio e la ricostruzione della sede.

Un breve ma significativo video ha raccontato il percorso della facoltà con un ricordo ai suoi studenti morti sotto le macerie del sisma. C’erano i primi laureati della facoltà di Ingegneria, prima donna Paola D’Ascanio, nel 1975.

E sono stati gli ex rettori Schippa e Bignardi assieme a quello attuale e a una giovane studentessa a scoprire la targa celebrativa. Tra gli intervenuti Aldo Mancurti, Filippo De Rossi già rettore dell’Università del Sannio e Renzo Coletti, amministratore delegato di Dizioinoxa.
 
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