Dino Melchiorre attraversa a nuoto lo stretto di Messina: «Ho temuto di non farcela»

Dino Melchiorre attraversa a nuoto lo stretto di Messina: «Ho temuto di non farcela»
di Tito Di Persio
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Domenica 9 Luglio 2023, 08:37

«Dopo l'impresa adrenalinica, non ho dormito per quattro giorni. Ero felicissimo», dice Dino Melchiorre, originario di Roseto, laureato in Scienze naturali e specializzato in biologia marina. L'enologo, 55 anni, ha completato la traversata dello Stretto di Messina, cioè 3,5 chilometri con un fondale che raggiunge anche 200 metri.

Melchiorre racconta che una decina di anni fa ha subito un infortunio al menisco e al legamento crociato, problemi ai quali si sono aggiunti dolori alla schiena. A causa di queste limitazioni, non poteva praticare altri sport. Durante il periodo della pandemia, all'inizio del 2022, si è iscritto a una piscina e ha iniziato a nuotare. «Da giovane ho praticato nuoto agonistico con il compianto maestro Peppino Celommi», ricorda. Avendo raggiunto la capacità di allenarsi tre volte a settimana, è riuscito a nuotare 4 chilometri di fila senza fermarsi. Alcuni amici, colpiti dai suoi progressi, gli hanno suggerito di provare a fare la traversata dello Stretto di Messina. Melchiorre ha accettato la sfida.

«Per partecipare alla traversata è necessario iscriversi almeno otto mesi prima, sottoporsi a visite specialistiche e comunicare i tempi impiegati per coprire i 4 chilometri in vasca - racconta - Solo se tutto va bene, vieni accettato come partecipante». L'impresa parte un lunedì pomeriggio, il 14 giugno. «Abbiamo fatto un briefing e una piccola nuotata. L'acqua era molto fredda, circa 19-20°C, 4 gradi in meno rispetto alla media stagionale.

Il colore e la limpidezza del mare erano spettacolari».

E aggiunge: «La partenza era prevista per le 10:30 del giorno successivo». In seguito, Dino sottolinea un problema incontrato: «Appena partito, dopo meno di 100 metri, il freddo mi ha provocato difficoltà a respirare, avevo il diaframma bloccato. Le barche di supporto si sono avvicinate e mi hanno chiesto come stavo. Ero in grande difficoltà. Mi hanno chiesto se volevo continuare, ma avevo già deciso che, anche se avessi impiegato tre ore, sarei arrivato sulla terraferma. All'inizio avevo paura, poi ho cercato di calmarmi, ho iniziato a nuotare con lo stile rana, alternandolo con lo stile libero, ma non riuscivo a fare più di tre bracciate e dovevo tornare a rana. Il mio barcaiolo, Francesco, mi ha detto di insistere, dicendomi che tra pochi metri la corrente sarebbe cambiata e l'acqua sarebbe stata più calda. I "pochi metri" erano circa mille».

A quel punto, Melchiorre inizia a guardare il fondale e si concentra solo sulla nuotata. Ad un certo punto ricorda che Francesco e sua moglie Nada gli facevano dei segni e gli dicevano di guardare il fondale quando il colore blu assumeva sfumature di bianco. «Ho capito di essere a 500 metri dalla costa. Ho incrementato la bracciata e ho ottenuto un recupero incredibile: con un tempo di 1:19:03 mi sono aggiudicato l'ottavo posto, cosa che mi ha reso estremamente felice. E non è finita qui, il prossimo anno parteciperò di nuovo».

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