Coronavirus, il funerale di Mimmo Grosso diventa un caso politico
Il sindaco di Pescara: «Passavo di lì per caso»

Coronavirus, il funerale di Mimmo Grosso diventa un caso politico Il sindaco di Pescara: «Passavo di lì per caso»
di Alessandra Di Filippo
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Sabato 11 Aprile 2020, 11:38

 

Un ventina di persone sono state già identificate, altre lo saranno nelle prossime ore. Per tutte scatteranno sanzioni per aver violato i decreti governativi in materia di assembramenti. La vicenda dell’ultimo saluto a Mimmo Grosso, storico leader della marineria pescarese, morto mercoledì sera all’età di 58 anni a causa del coronavirus, finisce sotto indagine. Accertamenti sono in corso da parte della Digos.
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Quella sosta di circa 10 minuti del feretro nel piazzale del molo nord non doveva essere fatta. Conseguenze in arrivo anche per l’impresa funebre, nei confronti della quale sarà probabilmente disposta la sospensione temporanea dell’attività. Dall’obitorio, la salma ha effettuato un passaggio davanti casa di Grosso, poi sul molo sud e su quello nord, dove era ormeggiata la sua imbarcazione. Ad assistere alla cerimonia: un centinaio di persone, tra cui anche il sindaco Carlo Masci e altri politici, Guerino Testa, Riccardo Padovano, Enzo Del Vecchio. Tutte posizioni che, dicono fonti della questura, al pari degli altri cittadini saranno valutate sotto il profilo del divieto di assembramento.

 

Si dice molto amareggiato il questore Francesco Misiti. «Se ci sono dei divieti governativi, con tutto il rispetto che si può avere per la persona deceduta, - sottolinea - questi vanno rispettati. Qualcuno invece ha pensato di infrangere le regole».

Non transige il prefetto Gerardina Basilicata: «Stigmatizziamo questo comportamento. Verranno prese le misure nei confronti di chi ha violato le leggi. Anche per rispetto verso coloro che hanno perso la vita da soli, in ospedale». Il questore ricorda che dall’inizio dell’epidemia sono morte 18 mila persone. 
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Un caso politico che vede al centro in primo luogo Carlo Masci. Il segretario provinciale di Rifondazione comunista, Corrado Di Sante definisce «inqualificabile» il comportamento del primo cittadino, ma anche di Guerino Testa e di Riccardo Padovano, presenti al funerale. «Se c’è una regola per le esequie - osserva - non può che valere per tutti. Almeno da morti non ci dovrebbero essere cittadini di serie A e di serie B. Si è trattato innanzitutto di una mancanza di rispetto nei confronti di parenti e amici delle persone defunte in questi giorni che non hanno potuto condividere il dolore e dare l’ultimo saluto».
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Allo stesso modo la pensa Daniele Licheri, segretario regionale Si Abruzzo. «Con tutto il dolore per un tremendo lutto, questo non è possibile. È illegale e pericoloso un assembramento del genere. Quando poi il sindaco partecipa dimostra che purtroppo la legge non è uguale per tutti». Da parte sua, in una nota, Masci afferma di aver incrociato per strada il carro funebre con le spoglie mentre si stava recando in municipio per il consiglio comunale e di essersi fermato giusto il tempo per farsi il segno della croce. «Non esistono pertanto - fa presente - casi né polemiche da alimentare strumentalmente. I fatti sono fatti». E la polizia sta cercando, appunto, di accertarli.
 

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