Valentina morta nello schianto, l'altro autista ubriaco andava a 134 all'ora

Valentina morta nello schianto, l'altro autista ubriaco andava a 134 all'ora
di Marcello Ianni
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Mercoledì 31 Gennaio 2024, 07:28 - Ultimo aggiornamento: 07:31

«Sulla base della localizzazione del punto d’urto e dei danni riportati dai mezzi coinvolti, il perito ha ritenuto che la Fiat Punto avesse terminato la manovra di immissione trovandosi oltre la linea di mezzeria quando è stata attinta dall’Audi A4, sopraggiunta nella medesima direzione di marcia alla velocità di circa 134 chilometri orari, il cui conducente non ha posto alcuna azione frenante».

Così in un passaggio la Corte d’Appello si è espressa nel motivare e confermare la condanna in primo grado (a 6 anni di reclusione) per Beckim Bjtikj, kosovaro di 52 anni, assistito dall’avvocato Francesco Valentini. La vicenda riguardava l’incidente del novembre 2017 a San Gregorio nel quale ha perso la vita Valentina Fiordigigli, di 27 anni di Paganica, i cui famigliari ieri presenti in aula sono stati assistiti dall’avvocato Fabio Alessandroni. E proprio sul punto di impatto dei due veicoli che si è giocata la battaglia legale tra accusa e difesa.

Presunto concorso di colpa della giovane vittima che è stato escluso anche dal secondo grado di giudizio. Sul punto infatti la Corte ha evidenziato come la «Fiordigigli si è fermata allo stop (la ragazza proveniva da San Demetrio ed era diretta a San Gregorio) e ha intrapreso la manovra di immissione quando l’incrocio era completamente libero come emerso dalla deposizione del teste, P.C., che quella sera alla guida della sua autovettura, seguiva quella condotta dalla ragazza». «La mia ragazza che mi sedeva accanto – ricorda il teste – all’inizio mi aveva detto che da Poggio Picenze non proveniva nessuna macchina poi mi disse fermati, arriva una macchina molto veloce».

Sul punto lo stesso perito del giudice di primo grado aveva calcolato che «la ragazza avrebbe potuto ragionevolmente percepire il sopraggiungere dell’Audi solo quando aveva già impegnato l’incrocio e stava per completare la manovra di immissione».

A pesare sulla condanna «i gravi profili di colpa» nei riguardi dell’imputato: «Alla guida della macchina in stato di ebbrezza alcolica e ad una velocità doppia rispetto il limite consentito». Anche in questo caso alcuni testimoni sentiti nel corso delle indagini da parte degli agenti della polizia stradale dell’Aquila, hanno parlato di un comportamento di guida da parte dell’imputato «caratterizzato da una serie di pericolose manovre di sorpasso occupando persino la semicarreggiata opposta».

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