Alberto Angela, ricercatori aquilani nel programma Noos

Alberto Angela, ricercatori aquilani nel programma Noos
di Marianna Galeota
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Mercoledì 28 Giugno 2023, 08:05

Sarà una puntata che parlerà anche aquilano quella di "Noos. L'avventura della conoscenza", condotta da Alberto Angela e che andrà in onda domani, 29 giugno alle 21.25 su Rai 1. Nella prima puntata del nuovo programma Rai sarà trasmesso un importante servizio, realizzato da Lorenzo Pinna, sulla bioantropologia delle mummie rinvenute nel monastero delle Clarisse eremite di Fara in Sabina, in provincia di Rieti, studiate dal gruppo di ricerca guidato dai professori Luca Ventura, paleopatologo ed anatomopatologo presso l'ospedale "San Salvatore" dell'Aquila, e Mirko Traversari, bioantropologo dell'Università di Bologna. I ricercatori hanno effettuato delle indagini scientifiche estremamente approfondite sui 17 corpi perfettamente mummificati delle monache che alla fine del 1600 fondarono la comunità nell'egida di antiche famiglie romane come i Farnese e i Barberini.

Oltre a Ventura, gli altri ricercatori aquilani coinvolti nel progetto sono il professor Federico Bruno, radiologo, e le tecniche di radiologia medica, dottoresse Anna Avitabile e Alessia Risdonna, sempre in forza al nosocomio aquilano. La movimentazione e il trasporto in sicurezza dei corpi è stato effettuato dal personale dell'azienda Angelo Taffo. Con l'evoluzione delle tecnologie medico-diagnostiche, questi resti possono oggi raccontarci moltissime cose sui loro legittimi proprietari di un tempo e sulla loro vita, ad esempio sulla loro alimentazione, sulle malattie che li afflissero o sulla loro costituzione genetica.

«I corpi mummificati delle Clarisse eremite di Fara in Sabina- spiega Ventura- rivestono un interesse scientifico straordinario: si tratta, infatti, di una delle più numerose serie di mummie italiane, in ottime condizioni di conservazione e composta esclusivamente di soggetti di sesso femminile, solitamente poco rappresentati nelle casistiche antiche: ciò consentirà di effettuare studi scientifici di genere oltre che di comunità, un "binomio" più unico che raro in questo settore».

«Un primo esame del corpo- affermano Ventura e Traversari- viene effettuato, come da protocollo, con la classificazione e il rilievo fotografico dei resti.

Molte informazioni si possono già ricavare senza bisogno di particolari apparati, dalla statura, a eventuali danni ossei, all'età. Vengono poi effettuati prelievi di piccolissimi campioni che serviranno per l'analisi del Dna o resti di antichi indumenti per la ricostruzione degli abiti un tempo indossati».

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