Litorale viterbese, sulle spiagge libere no di Federbalneari al controllo affidato agli stabilimenti

Litorale viterbese, sulle spiagge libere no di Federbalneari al controllo affidato agli stabilimenti
di Luca Telli
3 Minuti di Lettura
Domenica 26 Aprile 2020, 12:20 - Ultimo aggiornamento: 13:29

Spiagge libere affidate al controllo degli stabilimenti, Tarquinia dice no. «Non ci sono i termini – dice Marco Marzi, coordinatore locale di Federbalneari – prima bisogna capire come riaprire e quanti decideranno di farlo». Per garantire il diritto al mare bisognerà, quindi, cercare un’altra soluzione.

La proposta lanciata dal sindaco Alessandro Giulivi di un checkpoint all’ingresso raccoglie consensi. Ma c’è chi, come Fabio Jacopucci, titolare dello stabilimento Gradinoro, pensa a una soluzione più soft: «Dobbiamo affidarci al buon senso delle persone, un cartello all’ingresso è sufficiente a patto ci siano controlli durante tutta la giornata e multe per i trasgressori. L’emergenza sanitaria, fino a questo momento, è stata gestita con competenza, per la stagione balneare sarà altrettanto».

 Le perplessità riguardano le prossime settimane. Una serrata, secondo Jacopucci, è da escludere: «Chiudere è impensabile – taglia corto -. Proprio ora dobbiamo avere più cura dei clienti, tutelarli e garantire una vacanza sicura. Offrire un servizio è fondamentale e avrà un peso per la crescita del lido di Tarquinia nei prossimi anni. Così, nella speranza che tutto torni quanto prima alla normalità». Speranza, quest’ultima, condivisa da tutto il comparto balneare, una parte del quale resta, tuttavia, scettico sulla riapertura.

«I dubbi se iniziare o meno la stagione non mancano – riprende Marzi, gestore anche di uno stabilimento -. L’idea di restare fermi un anno è l’ultima ratio ma non si può escludere. Ci sono troppe incognite legate alle future disposizioni». Non solo il distanziamento degli ombrelloni e il conseguente ridimensionamento delle postazioni (e degli incassi), ma anche l’accesso ai servizi igienici e la responsabilità sul mancato rispetto delle regole da parte dei clienti. «Capire in che misura, cioè, risponderanno i gestori– continua Marzi –. La stagione sta bussando alla porta e non siamo pronti».

A turbare poi i sonni degli operatori balneari, il rischio legato alla bilancia commerciale, che potrebbe avere un segno meno già scritto. «Il canone delle concessione demaniale, in questo momento di profonda incertezza, va rivisto – conclude Marzi – . Le spese fisse pesano già molto sul bilancio. Un anno fa, di questi tempi, uno stabilimento aveva quasi l’intera spiaggia prenotata. Oggi i numeri si sono polverizzati, basta questo dato per capire che serve più di una stampella».

AI LETTORI
Questa notizia, come altre già pubblicate in questi giorni, potreste trovarla “copiata” in alcuni siti di nformazioine della provincia, senza che venga citata la fonte di provenienza.
Ce ne scusiamo, nostro malgrado, con gli interessati e con i lettori. Soprattutto con i tantissimi che, usufruendo dei servizi a pagamento del nostro sito, dimostrano di apprezzare il lavoro della testata in questi giorni particolarmente problematici, anche per chi cerca di fornire un’informazione qualificata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA