Viterbo, consigliere minacciato dal marito della sindaca Frontini: «Possiamo colpire i più deboli della tua famiglia»

La procura apre un fascicolo, per ora senza indagati. La donna è già stata sentita dai pm

Viterbo, consigliere minacciato dal marito della sindaca Frontini: «Possiamo colpire i più deboli della tua famiglia»
di Maria Letizia Riganelli
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Giovedì 14 Marzo 2024, 00:30 - Ultimo aggiornamento: 00:43

«Non siamo dei principianti. Se voglio fare male, capisco chi del tuo stato di famiglia è più debole e poi vado a colpire quella persona». Parole chiare con un basso margine di fraintendimento. A pronunciarle è il marito della sindaca di Viterbo, Chiara Frontini, a un consigliere comunale allora seduto nei banchi della maggioranza, Marco Bruzziches, durante una cena privata alla quale era presente anche la prima cittadina. Una sorta di piccola riunione politica organizzata per far capire che ogni presa di posizione non era affatto gradita. Il consigliere “minacciato” però ha registrato tutta la conversazione e ieri ha reso pubblici alcuni stralci di quell’audio che adesso è nelle mani della Procura: Bruzziches infatti ha deciso di denunciare sia la sindaca che il marito.

LA STORIA
Per capire come sia scesa la nebbia fitta tra gli scranni del municipio della Città dei Papi è necessario fare un passo indietro.

Chiara Frontini viene eletta a giugno 2022 , sostenuta da liste civiche. La maggioranza è bulgara e tra le fila c’è anche il consigliere Bruzziches a cui viene assegnata la delega alla valorizzazione del patrimonio immobiliare. Tutto fila liscio finché il consigliere non inizia a intestardirsi sulla destinazione di alcuni lotti comunali. La discussione sfocia presto in aperto contrasto, non solo con Bruzziches ma anche con altri consiglieri. Alcuni pezzi della maggioranza iniziano a cadere. La sindaca Frontini e il marito Catini decidono quindi di sondare il terreno con una cena a casa del consigliere. 

LA CENA
La sera del 26 settembre 2023 la sindaca e suo marito Fabio Cavini vanno a casa di Bruzziches e ben presto la conversazione si focalizza sulle problematiche all’interno della maggioranza. Tra l’antipasto e il primo arriva l’avvertimento chiarissimo: «Noi quando vogliamo colpire o abbiamo qualcosa o la inventiamo. Ora proprio come fare non te lo dico e questo lo facciamo in casi estremi. Non siamo dei principianti, se io voglio fare male capisco chi del tuo stato di famiglia è più debole, e poi vado a colpire quella persona. O ce l’ha o gliela creo, purtroppo io sono la sua anima nera ed è per questo che sono molto odiato, perché a volte devo fare delle cose anche molto brutte». A parlare, secondo la registrazione fornita alla Procura, è Cavini. «Vi lascio immaginare afferma - il consigliere Bruzziches - cosa, queste parole, hanno scatenato in me e nella mia famiglia. Dopo un primo momento di smarrimento è seguita una fase di preoccupazione e di timore per le sorti mie e soprattutto di mia moglie e dei miei due figli».

L’INDAGINE
La denuncia presentata è finita subito sul tavolo della Procura, che ha aperto un fascicolo per minacce aggravate. In questi mesi di lavoro i magistrati viterbesi, con le registrazioni fornite dal consigliere, hanno deciso di allargare l’inchiesta, ascoltando persone informate sui fatti o semplici testimoni dell’accaduto. L’obiettivo della Procura sarebbe quello di chiarire se quelle minacce rappresentano un caso isolato, avvenuto in un contesto strettamente riservato e al culmine di una serrata lite, o se al contrario rappresentino un “sistema”. Ovvero un modus operandi, della sindaca e del compagno - che sostiene l’attività politica della compagna, senza ricoprire alcun ruolo- che sarebbe regolarmente applicato per risolvere questioni politiche e cittadine. Il pubblico ministero titolare del fascicolo, oltre alle parti interessate, avrebbe già ascoltato l’ex presidente del consiglio comunale, anche lei dimessa in aperta contestazione con la sindaca, un dirigente comunale e un geometra. 

LA REAZIONE
Non è mancata la replica della sindaca la quale non nega di aver pronunciato quelle frasi, ma parla di “manipolazione” e “strumentalizzazione”: «Si tratta di frasi pronunciate non in una sede pubblica o ufficiale, bensì durante una cena tra amici nella quale non è prevedibile che i commensali registrino i colloqui. Il semplice fatto che il consigliere abbia provveduto a registrare il nostro colloquio mi fa ritenere che vi era da parte sua già un preciso intento di poterne farne un uso politico a mio discapito. Nel comunicato si riportano frasi singolarmente estrapolate e prive di riferimento all’effettivo contesto. I fatti sono oggetto di indagine, tutt’ora in corso, quindi con i relativi doveri di segretezza da parte delle persone informate..».
 

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