Alimentari, prezzi ancora in ascesa nella Tuscia: aumenti per pasta e olio

Alimentari, prezzi ancora in ascesa nella Tuscia: aumenti per pasta e olio
di Luca Telli
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Domenica 11 Giugno 2023, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 16:34

Alimentari, nel Viterbese i prezzi continuano a salire: in sei mesi aumenti significativi per pasta, latte e olio, la flessione dell’inflazione nella Tuscia per ora non si vede. Il report tiene conto dei prezzi medi in tre supermercati (due tradizionali ed un soft discount) della provincia rilevati alla fine di gennaio e nei giorni scorsi su dodici prodotti di uso corrente. Il dato più significativo è quello della pasta il prezzo medio della quale è passato da 1,80 euro al kg (tra prodotti di marca, di catena e altri no logo reperibili nei soft discount) a 2,18: +21% con dei picchi di 3,3 euro al kg.

Un dato che se nelle settimane successive lo scoppio della guerra in Ucraina era stato giustificato con il blocco dell’export. a cui si aggiungevano gli scarsi raccolti del nordamerica, oggi non trova un riscontro forte visto anche il calo significativo della spesa energetica per la produzione del prodotto, dalla raccolta della materia prima alla lavorazione. In netta salita anche il costo per un kg di farina: da 0.84 a 1,07, +27%.

Cresce, meno, il prezzo del latte fresco: quello no logo passa da 1,10 a 1,20 euro al litro, +9%, quello di marca sale da 1,85 a 1,99: +7,5% con il massimo registrato di 2,20. Stabile, invece, il prezzo del pane che non subisce oscillazioni significative fermo intorno a 3,80 euro al kg (pane bianco e di grano duro, sono esclusi i prodotti a panificazione particolare: semi, ecc).

Ancora in rialzo, poi, il costo dell’olio: passato da 5,99 euro in media a 7,10: +18,35%, un fenomeno questo che i produttori giustificano in parte con l’aumento delle spese per la produzione dei contenitori, vetro e lattina), in parte con il prodotto scarso dello scorso anno l’effetto del quale si è visto anche nei frantoi della Tuscia con una maggiorazione del prezzo al litro tra un euro e 1,50 euro.

In aumento ancora la carne rossa, sia per i tagli nobili, filetto, che per il macinato scelto e non sia di bovino che misto: +6% e +7%.

Stabile dopo la corsa dei mesi scorsi il pollame (la spinta principale al prezzo era arrivata dal boom del costo dell’elettricità, gli allevamenti avicoli hanno infatti un consumo elettrico medio molto alto per garantire illuminazione e ventilazione).

Capitolo ortofrutta, prezzo delle mele in leggera decrescita, da 1,98 a 1,90 al kg. In calo il prezzo delle zucchine, sia scure che romanesche: da 2,49 euro a 1,99: -20%, dato tuttavia che non è attendibile visto la stagionalità del prodotto con la raccolta, iniziata alla fine di maggio, che interesserà i prossimi quattro mesi e mezzo. In maniera decisa, invece, è partita la quotazione di meloni (la stagione sta iniziando proprio in questa settimana) con i prezzi sopra 1,40 euro al kg, e pomodori: da un minimo di 1,99 euro al kg fino a 5,40 per le qualità vesuviana.

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