Viterbese, la cavalcata trionfale della Berretti spezzata dal virus. «Nulla potrà toglierci le emozioni»

La cavalcata trionfale della Berretti spezzata dal virus.
di Marco Gobattoni
2 Minuti di Lettura
Lunedì 4 Maggio 2020, 11:47 - Ultimo aggiornamento: 12:25
Un volo bellissimo spezzato prima di raggiungere la meta. L’annata della Viterbese Berretti può essere definita pazzesca: non esistono altri termini in tutti i sensi, per raccontare la cavalcata di una squadra che ha dato undici punti di distacco alla seconda e vinto il campionato con tre giornate di anticipo. Un campionato mozzato ed annullato dal coronavirus che ha impedito alla Viterbese, allenata dal tecnico Alessandro Boccolini, di dare l’assalto ad un titolo nazionale che sembrava alla portata della canterà gialloblù. Questa rimarrà la stagione del virus, ma nessuno potrà cancellare il percorso fatto dai giovani leoni.
«Dispiace terminare una stagione così, ma al confronto di quello che sta vivendo tutto il mondo il nostro può essere soltanto un rammarico e niente di più – racconta al telefono Boccolini – quello che abbiamo fatto nessuno ce lo potrà togliere, ma pensare oggi allo sport sembra una mancanza di rispetto verso chi questa pandemia l’ha vissuta e la sta vivendo un prima persona».
I numeri della Berretti gialloblù sono impressionati: soltanto cinque punti lasciati per strada con un ruolino di marcia che ha visto Menghi e compagni incappare in una sola sconfitta e in un solo pareggio. Undici i punti di vantaggio sulla seconda Ternana, con la Viterbese che ha vinto tutte le gare giocate in casa, come solo il Novara a livello nazionale ha saputo fare.
«Il percorso che abbiamo fatto resterà nei numeri, ma soprattutto nel nostro cuore – è soddisfatto del lavoro svolto Boccolini – fin dalla preparazione avevo capito che quest’anno avremmo potuto fare qualcosa di importante: ho sempre detto che prima dei calciatori il mio scopo è quello di crescere uomini: posso dire ci sono riuscito insieme a tutto il mio staff».
La stagione della Berretti è terminata sul campo, ma non nel lavoro svolto a distanza a cui Boccolini sottopone i suoi.
«Con i ragazzi ci sentiamo via chat: un’ora al giorno voglio che la dedichino al calcio. Senza scuola e senza sport si rischia di cadere in un limbo pericoloso. Inoltre – il nostro gruppo – rappresenta il serbatoio della prima squadra: se la serie C dovesse riprendere, anche i miei calciatori dovranno farsi trovare pronti».
Sul futuro non si sbilancia. «Fare previsioni oggi sarebbe sbagliato. Sappiamo che la nostra vita ed anche il modo di fare sport dovranno cambiare per un periodo più o meno lungo. I settori giovanili svolgono anche una funzione sociale e di questo le istituzioni del calcio e non solo dovranno tenerne conto».
© RIPRODUZIONE RISERVATA