Turismo nella Tuscia, sopresa tra i Comuni: ecco chi investe di più nel settore (no, non è Viterbo)

Turismo nella Tuscia, sopresa tra i Comuni: ecco chi investe di più nel settore (no, non è Viterbo)
di Renato Vigna
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Giovedì 15 Giugno 2023, 08:32 - Ultimo aggiornamento: 21:20

Il turismo è tornato ai livelli pre-pandemia. Ma non solo: le presenze da inizio anno nelle località più gettonate della Tuscia, da Civita di Bagnoregio al lago, dal capoluogo alle mete di interesse storico-artistico, passando per il mare, sono ripartite alla grande e le prospettive sono quelle di un 2023 da record, con valori addirittura superiori a quelli precedenti la pandemia.

Ma quanto investono i Comuni nel settore? C’è da dire, innanzitutto, che il comparto non è costituito solo dall’ambito ricettivo: sono infatti collegate numerose attività, dai ristoranti alle attività ricreative. I privati hanno un ruolo centrale a livello di titolarità e gestione ma anche il pubblico possono contribuire a sostenere chi opera in questo ambito. All’interno dei bilanci comunali esiste una specifica voce: oltre alle uscite per i sussidi e le attività di coordinamento con i numerosi ambiti connessi a quello turistico, sono comprese anche tutte quelle spese legate alla promozione del territorio.

Alcuni esempi? Vi rientrano le uscite per le manifestazioni turistiche, l’organizzazione di campagne pubblicitarie e di produzione di materiale promozionale legato all’immagine territoriale. Ma anche tutte le spese per gli uffici turistici di competenza dei vari enti.

Ebbene, analizzando la cosiddetta spesa per cassa destinata al turismo, per la provincia emergono alcune soprese. Il dato di riferimento (basato sui bilanci consuntivi del 2021) è quello della spesa media pro-capite dei comuni italiani pari a 23,09 euro.

A livello di macro-territori, le regioni in cui le amministrazioni riportano mediamente le uscite maggiori sono Valle d’Aosta (161,9), provincia autonoma di Bolzano (123,72) e Abruzzo (52,46).

Spendono invece di meno i comuni del Molise (10,13), della Puglia (9,66) e della Calabria (3,97).

Nella Tuscia, invece, la forbice è molto ampia: a Viterbo, la spesa assoluta per turismo è pari a 486.254.15, per un valore pro-capite di appena 7.38 euro. Tra gli altri comuni della provincia, spicca il dato di Canepina con rispettivamente 224.074.64 totali e 76.92 diviso per ciascun abitabte. Una carrellata random dei restanti enti restituisce differenze sostanziali: a Montalto di Castro si invesono 388.735 euro, ovvero 44.2 a testa; aTarquinia 338.168.52 e 21.04; a Montefiascone 132.579.53 e 10.1; ad Acquapendente 220.103,92 e 41,5; a Bolsena 180.757,59 e48.34; a Bagnoregio 138.422,94 e 39.75; a Sutri 108.752,48 e 16,49; a Civita Castellana 132.000,96 e 8.56; aNepi 81.085,75 e 8,7; a Proceno 8.924 e 16,9; a Ronciglione 273.830,46 e 32,53; a Marta 111.462,18 e 34,08; a Orte record negativo con 8.683.6 e 0.96; a Vasanello 7.635,42 e 1.92; a Caprarola 101.594,46 e 19.47. C’è da specificare, in ogni caso, che spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Spesso i Comuni, infatti, non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Le uscite, inoltre, possono essere relative a più assessorati.

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