Pnrr, stretta sui pagamenti dei Comuni: «In 30 giorni per le fatture commerciali». Arretrati per 5,8 miliardi

La Ragioneria ai sindaci: va accelerata la riscossione delle tasse per saldare i debiti

Il ministero del Tesoro
di Andrea Bassi
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Sabato 13 Aprile 2024, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 10:36

ROMA Una nuova stretta. L’ennesima. Segno che i Comuni continuano ad essere l’anello debole nella catena dei pagamenti dei debiti commerciali da parte della Pa. Con il rischio che non venga centrato uno degli obiettivi considerati centrali del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ossia che tutta la Pubblica amministrazione garantisca il pagamento delle fatture commerciali in 30 giorni, che salgono a 60 solo quando a pagare è chiamata una struttura sanitaria.

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La Ragioneria generale dello Stato ha diramato una circolare a tutti i sindaci, ai presidenti di Provincia e ai segretari comunali, per richiamarli al rispetto dei tempi di pagamento. Un documento nel quale il Ragioniere generale dello Stato, Biagio Mazzotta, chiede anche di «anticipare l’emissione di avvisi di accertamento e l’attività di recupero coattivo, senza attendere l’approssimarsi dei termini di prescrizione e decadenza» in modo da avere un quadro certo e veritiero delle risorse a disposizione per sostenere le spese e pagare le fatture in tempo senza accumulare ulteriori ritardi. Detto in altri termini, bisogna avviare subito il recupero di multe, Tari e Imu non versata dai contribuenti per avere maggiori risorse da destinare al pagamento dei debiti commerciali.

L'ARRETRATO

L’arretrato dei Comuni è ancora alto.

Il debito “scaduto” di tutta la Pubblica amministrazione, secondo gli ultimi dati disponibili del Tesoro, è di 15,8 miliardi. Quello che fa capo agli enti locali è di 5,8 miliardi di euro. Secondo i dati dell’Ifel, la fondazione dell’Anci, il ritardo medio di pagamento dei Comuni è di 7 giorni. Ma, come sempre, si tratta di una media come quella dei “polli di Trilussa”, per cui ci sono amministrazioni molto virtuose e amministrazioni che invece hanno ritardi ancora ampi. Era stata la stessa Commissione europea, nel documento finale con il quale aveva dato il via libera alla rinegoziazione degli obiettivi del Pnrr, a indicarne alcune, come il Comune di Napoli, quello di Salerno e quello di Lecce.

Gli accordi europei prevedevano, tra le altre cose, anche l’entrata in vigore entro il primo trimestre di quest’anno, di ulteriori misure per accelerare i pagamenti dei debiti arretrati da parte degli enti locali. Il decreto Pnrr, attualmente in discussione in Parlamento, ha introdotto per esempio l'obbligo per i Comuni con più di 60mila abitanti che, al 31 dicembre 2023, presentano ancora un indicatore di ritardo annuale dei pagamenti, calcolato mediante la piattaforma dei crediti commerciali della Ragioneria generale, superiore a 10 giorni di predisporre un Piano, che sarà verificato al ministero dell’Economia da un Tavolo tecnico composto da Viminale, Tesoro, struttura di missione del Pnrr e Anci. L’arsenale messo in campo per centrare l’obiettivo dei pagamenti in trenta giorni è, dunque, ampio. Nella sua circolare la Ragioneria ricorda anche che la tempestività di saldo delle fatture commerciali da parte dei Comuni, dovrà entrare negli obiettivi di performance sia dei dirigenti che hanno una responsabilità diretta nelle procedure di pagamento, sia in quella dei vertici apicali delle amministrazioni stesse.

Per chi non rispetta il termine dei 30 giorni, è prevista una riduzione del premio di risultato del 30 per cento. C’è insomma anche questo. Un taglio della retribuzione dei dirigenti per convincerli a saldare puntualmente i debiti nei confronti delle imprese. Il tempo del resto comincia a stringere. Entro il primo trimestre del prossimo anno, la Commissione europea verificherà che il tempo medio ponderato di pagamento delle fatture del 2024 si avvenuto entro 30 giorni. Poi l’anno successivo, nel 2026, ci sarà un ulteriore check per controllare che anche per le fatture del 2025 i tempi previsti dalle direttive europee siano stati pienamente rispettati. Centrare l’obiettivo è fondamentale per ottenere le prossime rate del Pnrr, questo perché il rispetto dei termini di pagamento dei debiti commerciali è considerata una delle riforme «abilitanti» del programma europeo. Dunque, a meno che gli obiettivi non vengano ridiscussi e rinegoziati, sarà necessario che tutte le amministrazioni riescano ad accelerare i tempi di saldo delle fatture. Un problema che non riguarda soltanto i Comuni. Le amministrazioni centrali, anche se sono più rapide nel pagare (il ritardo medio è di soli tre giorni) ma comunque, secondo i dati più aggiornati del Tesoro, hanno un arretrato di 2,3 miliardi di euro. La Pubblica amministrazione nel suo complesso, ha fatture scadute non ancora saldate per quasi 30 miliardi. La strada da percorrere non è insomma breve. Il tempo invece è tiranno.

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