Terme, le Salus senza acqua: pressing del prefetto sul Comune. Le condizioni della Regione

Terme, le Salus senza acqua: pressing del prefetto sul Comune. Le condizioni della Regione
di Massimo Chiaravalli
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Mercoledì 26 Maggio 2021, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 15:31

Sabato si dovrebbe riaprire, ma le Terme Salus sono a secco di acqua termale. E ora il legale della Gestervit, che le gestisce, fa pressing sul prefetto Giovanni Bruno, che a sua volta spinge sul Comune. Il quale però deve rispettare i paletti d’acciaio imposti dalla Regione Lazio per evitare ulteriori danni al bacino.

La Gestervit punta alla riapertura e alla gestione controllata del San Valentino, sistemato dopo oltre sei anni in seguito ai danni arrecati al Bullicame. Per arrivare allo scopo l’avvocato Giuseppe Puri ha chiesto l’intercessione del prefetto, «in considerazione dei termini imminenti che la società si trova a fronteggiare con la riapertura del 29 maggio – si legge - dopo anni di chiusura forzata e devastanti perdite di fatturato».

Il prefetto ha preso carta e penna e scritto al sindaco, ai capigruppo e all’assessore regionale Paolo Orneli. «L’elemento che sta a cuore – sostiene Bruno – è  evitare irreparabili conseguenze in termini sociali che la perdita di un elevato numero di posti di lavoro potrebbe determinare». Chiede quindi di trattare il tema «con la massima urgenza» e di «avere notizie al riguardo».

La Regione però ha già dato indicazioni.

Palazzo dei Priori dovrebbe «motivare adeguatamente le ragioni che inducono a proporre, prima ancora della gestione controllata, la riattivazione del San Valentino». Servirebbe «un dettagliato piano di controllo e monitoraggio (cronoprogramma) sia del pozzo che del sistema idrogeologico ad esso connesso, con particolare riguardo agli effetti ed eventuali benefici per la cosiddetta callara del Bullicame». La richiesta di gestione controllata dovrà comprendere pure «adeguata motivazione del concessionario, relativa all’impossibilità di provvedere direttamente alla stessa e quindi di affidarla a un soggetto differente».

Sarebbe una «subconcessione temporanea» con un termine perentorio, soggetta a gara e nelle more della procedura per l’affidamento del Sant’Albino. Sul fronte politico, il capogruppo di Forza civica, Giacomo Barelli, chiede che «il Comune si attenga scrupolosamente alla nota della Regione Lazio, a trasparenza di tutta la procedura. Perché di vicende complicate, che hanno messo a repentaglio la sicurezza della zona termale, ne abbiamo vissute abbastanza».

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