Al Teatro dell'Unione fa tappa "Uno sguardo dal ponte" interpretato da Massimo Popolizio

Al Teatro Unione, "Uno sguardo dal ponte" con Massimo Popolizio
di Carlo Maria Ponzi
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Venerdì 21 Aprile 2023, 05:45

Stagione del Teatro dell’Unione: ultimo atto il 25 aprile, alle ore 21. Con un grande attore-regista-doppiatore – Massimo Popolizio - alle prese con un classico della drammaturgia del Novecento: “Uno sguardo dal ponte” di Arthur Miller, nella traduzione di Masolino D’Amico. Sul palco, insieme a Popolizio (che cura anche la regia), Valentina Sperlì, Michele Nani, Raffaele Esposito, Lorenzo Grilli, Gaja Masciale, Felice Montervino, Marco Mavaracchio, Gabriele Brunelli.

Sinossi. L'emigrato italiano Eddie Carbone, portuale newyorchese, vive a Brooklyn con la moglie Beatrice e la nipote diciottenne Caterina, della quale è morbosamente geloso, essendosene invaghito. Quando ospita a casa sua Marco e Rodolfo, immigrati clandestinamente negli Stati Uniti, non riesce a sopportare che tra la nipote e Rodolfo nasca un reciproco interesse e si convince che il giovane sia omosessuale e stia cercando di farsi sposare per ottenere la cittadinanza americana. Dopo averlo più volte provocato, arriva addirittura a denunciarlo all'ufficio immigrazione e a farlo arrestare. La rivalità avrà esito tragico e sarà lo stesso Eddie a rimanere vittima della propria ossessione.

Popolizio come ha affrontato la piéce? «La cui azione – annotò lo stesso autore - consiste nell’orrore di una passione che nonostante sia contraria all’interesse dell’individuo che ne è dominato, nonostante ogni genere di avvertimento ch’egli riceve e nonostante ch’essa distrugga i suoi principi morali, continua ad ammantare il suo potere su di lui fino a distruggerlo».

Parola a Popolizio. «Tutta l’azione è un lungo flash-back, Eddie Carbone, il protagonista, entra in scena quando tutto il pubblico già sa che è morto.

Per me è una magnifica occasione per mettere in scena un testo che chiaramente assomiglia molto ad una sceneggiatura cinematografica, e che, come tale, ha bisogno di primi, secondi piani e campi lunghi. Alla luce di tutto il materiale che questo testo ha potuto generare dal 1955 (data della sua prima rappresentazione) ad oggi, cioè film, fotografie, serie televisive credo possa essere interessante e “divertente” una versione teatrale che tenga presente tutti questi “figli”. Una grande storia… raccontata come un film… ma a teatro. Con la recitazione che il teatro richiede, con i ritmi di una serie e con le musiche di un film».

Ancora: «Ci sarà un ponte – prosegue il regista - ci sarà una strada e in questa strada dei mobili, che sono la memoria della famiglia Carbone. Arriva l’avvocato Alfieri, la sua funzione somiglia a quella di un coro greco, è presente nel racconto e al contempo è spettatore fuori dalla scena, ci introduce nella vicenda che, non dobbiamo dimenticare, trae origine da un fatto di cronaca nera dal quale Miller fu profondamente turbato».

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