Stadio Rocchi, accatastamento parziale che rende impossibile il passaggio al Comune. Il punto

Stadio Rocchi, accatastamento parziale che rende impossibile il passaggio al Comune. Il punto
di Massimo Chiaravalli
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Domenica 21 Gennaio 2024, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 20:47

«Ma alla fine lo stadio Enrico Rocchi è accatastato o no?». La domanda del giorno. O meglio, del giorno dopo. Una volta chiuso il consiglio straordinario sull’impianto, tempo 24 ore e hanno iniziato a circolare visure catastali a conferma o a negazione dell’avvenuto accatastamento. La risposta è semplice: lo è solo in parte.

Un po’ di punti fermi. La Regione Lazio è proprietaria del terreno, delle mura di cinta e di un gabbiotto per la cabina elettrica. Le tribune invece sono del Comune. Altra certezza: la planimetria evidenzia che non è conforme allo stato di fatto. Non risultano infatti accatastate alcune tribune, ovvero le curve. Quindi quella planimetria va sicuramente aggiornata, perché le carte così non sono sufficienti per arrivare alla definizione del comodato d’uso in favore di palazzo dei Priori, men che meno per la cessione delle parti di proprietà regionale.

L’accatastamento va completato con l’intera situazione reale, che comprende come minino le due curve, se non anche l’ampliamento di quella centrale. Tutta roba da mettere in regola, come chiesto dalla Regione Lazio: agli atti oggi risulta infatti solo quanto trasmesso all’epoca dalla Gil. La visura parla di “ente urbano”: quando un terreno che era agricolo viene modificato inserito un fabbricato, perde la precedente caratteristica e assume questa dicitura, che poi è la nuova qualità di classe.
Da qui in poi si discute su chi debba fare cosa.

L’accatastamento deve essere fatto dai proprietari. La Regione nella lettera del 2 novembre chiede al Comune di fare domanda di comodato d’uso e/o cessione del bene allegando «le visure catastali aggiornate, con le relative planimetrie, di tutti gli immobili» che dovranno poi essere trasferiti. E aggiunge che se non sono a posto - e non lo sono - «il Comune avrà l’obbligo di effettuare, preventivamente e a sua cura e spese, le relative pratiche di accatastamento e di attestare, con proprio provvedimento, la conformità urbanistica, edilizia e catastale dei medesimi immobili».

Nessun problema sulla conformità, per il resto una delle ipotesi che circolava tra gli addetti ai lavori per sbrogliare la matassa è quella di una procura speciale per consentire a palazzo dei Priori di procedere per conto della Regione. Insomma, un atto in cui si dica esplicitamente che il Comune può muoversi sul bene non di sua proprietà e che taglierebbe la testa al toro.

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