Sciopero sanità, rinviati interventi e chiusi gli ambulatori. Matteini (Cisl): "Basta favorire i privati"

I sindacati dei medici di Viterbo in sciopero a Roma
di Federica Lupino
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Martedì 19 Dicembre 2023, 05:20

Uno sciopero a difesa della sanità pubblica, quella in cui tutti - al di là della propria capacità economica - ricevono le cure necessarie. Una protesta scomoda, ma necessaria secondo le sigle sindacali che lo hanno indetto: Cisl medici, Aaroi-Emac, Fassid, Fvm-Federazione veterinari e medici. Indetto a livello nazionale, ha coinvolto anche decine di professionisti del Viterbese, tra medici e veterinari, ma anche farmacisti, psicologi, biologi e dirigenti sanitari. Gli effetti sulla prestazione dei servizi non sono mancati: in tutti i presidi ospedalieri della provincia è rimasta attiva solo la sala operatoria per le urgenze, mentre tutti gli interventi di elezione, ovvero fissati anche mesi prima, sono stati rinviati ad altra data. Chiusi anche diversi ambulatori, tra cui quello nutrizionistico, della terapia del dolore e della pre-ospedalizzazione (in questo caso, conseguenze ci saranno anche per le operazioni fissate oggi, essendo mancata la fase propedeutica).

I motivi della protesta? Li spiega bene Claudio Matteini, segretario provinciale della Cisl Medici. “Come sindacato abbiamo partecipato a questa giornata di protesta – commenta - per ribadire la necessità di contestare la legge di Bilancio 2024 perché mantiene il tetto alle assunzioni di nuovo personale, non prevede misure per stabilizzare i precari, tanto meno un adeguato finanziamento del Fondo sanitario nazionale e del prossimo Contratto collettivo nazionale e non riconosce la specificità del lavoro dei professionisti del sistema sanitario nazionale”.

E aggiunge un’altra piaga del sistema: “Proprio il servizio sanitario perde di appeal per i professionisti che sono in fuga dal pubblico impiego. E questo sta favorendo il lucro dei grandi gruppi privati e delle cooperative”.

Per i sindacati promotori la mobilitazione serve “dare un messaggio chiaro alla politica di governo: il Ssn ha bisogno di aiuto”. Si tratta dell“'estrema ratio a cui ricorrere per reclamare il diritto alla salute garantito da personale pubblico” C’è malcontento anche per le misure in tema di sanità contenute nella prossima Legge di Bilancio. Il governo, dicono i sindacati, “scaccia dal pubblico impiego i professionisti di cui la sanità ha bisogno, nel silenzio assordante delle Regioni che, per mantenere i loro sistemi sanitari dovendo ricorrere a cooperative e gettonisti, dovranno aprire voragini nei loro bilanci".

E non finisce qui: le sigle promotrici avvertono che quello di ieri non sarà l'ultimo. "In mancanza di segnali chiari” altre forme di protesta seguiranno nel 2024. Un altro sciopero della categoria si era svolto il 5 dicembre, allora organizzato dai sindacati medici Anaao Assomed e Cimo-Fesmed, insieme a Nursing Up, sempre contro la Manovra economica e a favore della difesa del Servizio sanitario nazionale.

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