Rapina all’ufficio postale di Canino, Poste Italiane si costituisce parte civile

Uno dei rapinatori travestito da corriere
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Venerdì 22 Ottobre 2021, 09:09

Rapina all’ufficio postale di Canino, Poste Italiane si costituisce parte civile. Ieri mattina 6 dei 7 indagati per il colpo del 28 novembre 2020 hanno chiesto di essere giudicati con l’abbreviato che consente di ottenere un notevole sconto di pena. Il giudice Giacomo Autizi ha accolto la richiesta e la sentenza arriverà il prossimo 5 novembre. Durante l’udienza preliminare di ieri mattina c’è stato solo il tempo della costituzione di parte civile di Poste Italiane. Secondo la ricostruzione il 28 novembre 2020 un uomo, travestito da corriere, sarebbe entrato nella filiale delle Poste di via Garibaldi a Canino poco prima della pausa pranzo. E pistola in pugno si sarebbe fatto consegnare 200mila euro, custoditi nella cassaforte.

Un colpo facile e veloce. A finire davanti al giudice sono stati il 25enne Carloni Modesti, difeso dall’avvocato Luigi Mancini, il 28enne di Marta Roberto Gallo, assistito dall’avvocato Giovanni Labate. E ancora il direttore della filiale Massimiliano Ciocia difeso da Gianni Ceccarelli, Domenico Palermo e Daniele Casertano assistiti dall’avvocato Salvatore Orefice e Christian Lanari difeso dall'avvocato Samuele Se Santis.

I primi tre indagati sono gli ultimi ad essere finiti sul registro degli indagati e sarebbero gli esecutori materiali della rapina. Gli ultimi 4 invece coloro che, secondo la Procura di Viterbo che coordinato le indagini, avrebbero pianificato a tavolino il colpo e avrebbero aspettato il bottino per spartissero. Tra loro anche quello che per gli inquirenti era l’infiltrato. Un uomo che dall’interno deve aver aiutato il rapinatore, fornendo preziosi consigli. Un uomo come il direttore delle Poste svaligiate. L’indagato fu fermato dagli investigatori con 30mila euro in contati addosso poco tempo dopo la rapina.

Dietro le sbarre al momento resta solo Daniele Casertano, gli altri hanno ottenuto i domiciliari. L’unico della banda ad aver optato per il rito ordinario è stato il 37enne viterbese Bruno Laezza, difeso dall’avvocato Enrico Zibellini. Per lui la prima udienza è stata fissata per il 9 novembre.

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