Pronto soccorso, mancano i medici: la Asl rinnova per un anno 13 partite Iva. A fine agosto scadono i "somministrati"

Pronto soccorso, mancano i medici: la Asl rinnova per un anno 13 partite Iva. A fine agosto scadono i "somministrati"
di Federica Lupino
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Venerdì 12 Gennaio 2024, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 19:23

"Assolutamente indispensabili per il mantenimento dei Lea (livelli essenziali di assistenza, ndr) pena l’interruzione del pubblico servizio”. Nei pronto soccorso della Tuscia, in linea con quanto avviene nel resto d’Italia, aumentano gli accessi a causa di Covid e influenza, ma il personale non si trova. E così la Asl è stata costretta a rinnovare per un altro anno, ovvero tutto il 2024, i contratti libero professionali a 13 medici. Continueranno a prestare servizio per 48 ore settimanali e un compenso orario lordo di 60 euro nei diversi pronto soccorso (6 a Belcolle, 5 a Tarquinia e 2 a Civita Castellana). Accanto alle partite Iva, oltre ai dipendenti dell’azienda, anche i camici bianchi somministrati dalla società esterna vincitrice dell’appalto di servizi che garantisce un massimo di 7.500 ore annuali, con scadenza al 31 agosto 2024.

La Asl non gira intorno al nocciolo della questione, anzi ammette che “in conseguenza della gravissima carenza di medici di Pronto soccorso, ha assunto ogni iniziativa possibile per reclutare i suddetti medici e con qualsiasi tipologia lavorativa: rapporti di lavoro a tempo indeterminato e determinato, rapporti di lavoro libero professionale”. Con continui bandi andati a vuoto, “con l’unica eccezione di un medico specializzando, assunto dal 1 dicembre 2023 dalla graduatoria dell’ultimo concorso di dirigente medico di pronto soccorso (indetto a giungo 2022, ndr) e che, in quanto specializzando, necessita di essere affiancato da uno strutturato per il relativo tutoraggio”.

Una congiuntura disastrosa, insomma. “La situazione ad oggi permane molto critica, non solo per l’insufficiente numero di medici in forza, tanto che i medesimi direttori dei Pronto soccorso aziendali sono costretti a sottoporsi personalmente a turnazioni di servizio, ma quanto – ammette la Asl - per la precarietà del personale via via assunto, con incarico libero professionale, sulla base del solo diploma di laurea in medicina e chirurgia che, dopo un breve periodo, rassegna le dimissioni dal servizio ovvero viene ammesso ai diversi corsi di specializzazione ovvero viene assunto da altre aziende sanitarie”.

Un cane che si morde la coda: tra ottobre e novembre 2023, la Asl ha chiesto e ottenuto dalla Regione l’autorizzazione ad assumere 13 medici di Pronto soccorso con rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, peccato che “non si riesce a reclutarli stante l’assenza di graduatorie concorsuali”.

Impensabile, quindi, rinunciare ai “13 rapporti libero professionali con professionisti in possesso del solo diploma di laurea in Medicina e chirurgia, in servizio nei Pronto soccorso aziendali”. Lo scopo è “evitare che i medesimi professionisti possano essere attratti da condizioni più vantaggiose in termini di durata del rapporto lavorativo praticate da altre aziende regionali che versano in analoghe difficoltà di reperimento di personale, con conseguente impossibilità, in tal caso, per la Asl di Viterbo di garantire i livelli essenziali di assistenza nei settori critici dell’emergenza/urgenza”.

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