Omicidio Bramucci, i killer avevano già contattato agenti immobiliari per investire il denaro

La conferenza della Procura
di Maria Letizia Riganelli
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Sabato 6 Gennaio 2024, 05:20

Avevano già contattato agenti immobiliari per investire il denaro ottenuto con il colpo. Gli uomini del comando di fuoco, che il 7 agosto del 2022 uccisero Salvatore Bramucci, già sognavano una nuova bella casa nella capitale. A raccontare i retroscena e le ultime fasi dell’indagine che ha portato tutti i responsabili dell’omicidio agli arresti sono stati, ieri mattina, il procuratore capo Paolo Auriemma, il pm titolare del fascicolo Massimiliano Siddi, il comandante provinciale dei carabinieri Massimo Friano e quello del Nucleo investigativo Francesco Anania. Gli ultimi arresti, appena due giorni fa, quando il gip ha firmato l’ordinanza di applicazione della misura cautelare per Costantin Dan Pomirleanu in carcere e Alessio Pizzuti ai domiciliari con braccialetto elettronico. Con il loro arresto si chiude, di fatto, l’indagine per l’omicidio di Soriano nel Cimino.

«Un omicidio che ha turbato la collettività per la violenza del gesto messo a segno di un gruppo di fuoco poi fuggito – ha affermato il procuratore Auriemma – ora abbiamo chiuso il cerchio, dopo un’attività ininterrotta di indagini, verifiche su documenti, telefoni, depistaggi, condotte criminali. È stato un anno e mezzo di indagini che ci hanno permesso di assicurare alla giustizia una pluralità di soggetti». 

Le indagini. Il 7 agosto 2022 Salvatore Bramucci, noto pregiudicato locale, viene freddato con 6 colpi di pistola mentre è alla guida della sua autovettura in località Acquafredda-Basso della Campana. Dopo appena un mese dal delitto, la Procura e i carabinieri del Nucleo investigativo individuano i killer, Tony Bacci e Lucio La Pietra in carcere e attesa di giudizio davanti alla Corte d’Assise. Poco dopo tocca alla cognata della vittima Sabrina Bacchio che viene arrestata con l’accusa di essere la pianificatrice dell’azione.

Appena tre mesi a cadere è stata la moglie di Bramucci Elisabetta Bacchia ritenuta l’ideatrice dell’assassinio.

All’appello mancavano solo Costantin Dan Pomirleanu e Alessio Pizzuti. Il primo, compagno di Sabrina Bacchio, avrebbe preso parte alla pianificazione dell’omicidio e sarebbe stato anche il “postino”, colui che avrebbe consegnato i soldi ai killer dopo aver portato a termine il lavoro. Soldi che i killer sognavano da tempo e che avrebbero voluto nascondere investendoli nel “mattone”. «Nei momenti successivi all’omicidio - ha spiegato il comandante Friano in conferenza stampa -, nella fase di spartizione del malloppo, hanno preso contatti con agenti immobiliare per comprare un’abitazione di un certo peso economico, quando i proventi familiari erano inconsistenti».

Per arrivare a chiudere il cerchio gli inquirenti hanno lavorato su più fronti, dalle intercettazioni, ai dati gps dati dagli spostamenti. «La raccolta degli elementi probatori - ha spiegato il titolare del fascicolo Massimiliano Siddi - non si è fermato quando sono state emesse le prime misure, ma è continuato incessantemente acquisendo sempre nuovi elementi, utili alla costruzione e ricostruzione dell’attività di questi soggetti. E voglio sottolineare che in questo lavoro minuzioso nessun aiuto è arrivato dai diretti interessati che non hanno mai collaborato, avvalendosi della facoltà di non rispondere». Le inchieste per l’omicidio di Bramucci al momento sono due, la prima con la moglie Elisabetta, la cognata Sabrina e i due killer Bacci e La Pietra è già in attesa di giudizio davanti alla Corte d’Assise. La seconda, con gli indagati odierni invece potrebbe portare a un nuovo procedimento.

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