Viterbo, lettera minatoria con proiettile al consigliere comunale Claudio Ubertini: «Non mi faccio intimidire»

Claudio Ubertini
di Renato Vigna
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Sabato 25 Marzo 2017, 07:10 - Ultimo aggiornamento: 27 Marzo, 12:18
Una busta contenente una lettera minatoria e un proiettile è stata recapitata lo scorso venerdì al consigliere comunale di Viterbo, Claudio Ubertini, ex capogruppo di Forza Italia da poco passato nelle file di Fratelli d'Italia.
La busta è stata posta sotto sequestro dagli agenti della Mobile che stanno facendo i dovuti accertamenti. Tre mesi fa al consigliere Ubertini, in piena notte, fu incendiata la Smart che aveva lasciato parcheggiata sotto la sua abitazione al quartiere Ellera.

«No che non mi faccio intimidire, però questo ultimo episodio rende la situazione preoccupante». Il consigliere comunale Ubertini ha saputo della busta con proiettile ricevuta per posta al suo ufficio professionale in via Genova. E fa un collegamento: «A questo punto, credo si possa escludere che l'altro episodio, l'incendio della mia auto parcheggiata sotto casa, a gennaio scorso, sia stato un semplice episodio di vandalismo. Evidentemente c'è qualcuno che ce l'ha con me, e i due gesti siano collegati».

Non per ragioni politiche, sia chiaro: anche gli investigatori della Squadra mobile – pur non tralasciando alcuna ipotesi – tendono a seguire la pista professionale. Ubertini, 58 anni, è (stimato) consulente tributario. «Quando la lettere è stata ritirata dal personale del mio studio io ero fuori città, e lo sarò fino a domani. L'ho vista in foto, perciò posso dire poco». Pare che si tratti di una lettera di quelle gialle, spesse perché imbottite di plastica, il cognome – ma non il nome – del mittente richiamerebbe un celebre centrocampista della Juventus, il destinatario invece è proprio lui, Claudio Maria Ubertini.

«Lunedì mi recherò di persona a fare denuncia – prosegue - ma sono certo di non aver fatto torto a nessuno, almeno volontariamente. Se c'è qualcuno che è convinto del contrario, e che per questo ce l'ha con me, abbia il coraggio di farmi conoscere i motivi di questo accanimento. Magari lo risolviamo». Le minacce e le intimidazioni, al contrario, non sembrano proprio un segnale per la distensione e per il dialogo, tanto più che la Squadra mobile della Questura è lavoro: dopo i rilievi e le indagini sull'attentato alla Smart di Ubertini lo scorso gennaio, la lettera con proiettile è già nelle mani degli investigatori.
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