Da Bagnaia a San Basilio in motorino per comprare la droga

Un'aula di Tribunale
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Martedì 18 Maggio 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 14:52

Da Bagnaia a San Basilio in motorino per comprare la droga. E’ entrato nel vivo il processo a un 38enne albanese accusato di spaccio e difeso dall’avvocato Franco Taurchini. L’imputato è finito agli arresti a luglio 2020 dopo una fuga nel quartiere romano di San Basilio insieme a un amico. 
«Da fonti confidenziali - ha spiegato il poliziotto che ha seguito le indagini - avevamo saputo che quel giorno si sarebbe mosso per rifornirsi di droga, prevalentemente hashish. Così abbiamo predisposto un servizio di osservazione. In mattinata lo abbiamo visto uscire da casa sua a Bagnaia con la compagna. Hanno preso il motorino e sono partiti. A Fabrica di Roma hanno fatto la prima tappa. Qui è scesa la donna e dopo un’ora l’imputato è risalito sullo scooter con una persona che non conoscevamo».

I poliziotti, a debita distanza, li hanno seguiti fino a Roma. «Appena entrati nel quartiere di San Basilio - ha detto ancora il poliziotto - li abbiamo lasciati e siamo tornati indietro. Li abbiamo aspettati a Monterosi, sapevamo che sarebbero tornati a casa in giornata». Poche ore dopo, infatti, i due a bordo del motorino passano davanti ai poliziotti in borghese. «Abbiamo ripreso a seguirli, stavamo aspettando il momento giusto, e in sicurezza, per fermarli e bloccarli.

Momento che è arrivato prima che i due arrivassero a Fabrica di Roma. Hanno imboccato una stradina di compagna che portava in un uliveto. Qui si sono fermati ed è sceso il ragazzo di Fabrica e si è diretto con uno zainetto rosso verso una pianta di ulivo».

I poliziotti li fermano e trovato due panetti di hashish, 600 euro in contanti e un bilancino di precisione.
«Era tutto in mano al ragazzo italiano - ha detto ancora l’agente -, l’albanese aspettava in sella allo scooter. Tutto ci è stato consegnato spontaneamente e li abbiamo arrestati». I panetti sono stati sottoposti a narcotest e analizzati dal laboratorio dell’Università della Tuscia che ha quantificato quante dosi avrebbero potuto ricavarne. «In base alle analisi - ha spiegato la ricercatrice - si trattava di 2.452 dosi di hashish».

Non è la prima volta che il 38enne albanese finisce nei guai. Solo pochi anni fa rimase coinvolto nell’operazione «Fai da te”. L’inchiesta che ha scoperto una banda specializzata in furti nei self service dei distributori di benzina e nello spaccio di marijuana e hashish davanti alle scuole superiori di Viterbo.

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