Viterbo verso la Fase 2. Palamides (Unindustria): «Ripartire subito, ma con regole chiare»

Viterbo verso la Fase 2. Palamides (Unindustria): «Ripartire subito, ma con regole chiare»
di Massimo Chiaravalli
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Venerdì 24 Aprile 2020, 08:10 - Ultimo aggiornamento: 16:42

La necessità di regole certe per la ripartenza, i problemi di liquidità, le cinque P indicate dalla Regione come base per la riapertura. Stefania Palamides, presidente Unindustria Viterbo, inquadra le priorità del futuro prossimo, quello dell’uscita dal tunnel del coronavirus.

La fase due è alle porte e «la priorità per tutte le imprese, non solo viterbesi – dice Palamides - è quella di ripartire il più presto possibile con regole certe, avendo sempre come stella polare la tutela della salute dei lavoratori. Nel Lazio, come ha ricordato il nostro presidente Filippo Tortoriello, il 73,4% delle aziende, tra quelle aperte e parzialmente aperte, sono rimaste operative e tra queste non c’è stato un solo caso di coronavirus. Ciò significa che sono stati applicati in maniera rigorosa tutti gli standard di sicurezza, a partire dal protocollo firmato lo scorso 14 marzo tra Governo, Confindustria e sindacati».

Poi ci sono le aziende del distretto di Civita Castellana, che «erano già all’avanguardia – continua Palamides, anche general manager Ceramica Tecla - nei sistemi di protezione dei lavoratori. Per questo bisogna riaprire, in sicurezza ma riaprire. Il colpo all’economia già è stato durissimo, se si indugia oltre si rischia di mettere in grossissime difficoltà pezzi rilevanti del nostro tessuto produttivo».

Le difficoltà saranno tante, «prima fra tutte la mancanza di liquidità. Per quanto riguarda l’export, non sappiamo se sarà facile riacquistare le posizioni di mercato che avevamo prima dell’emergenza sanitaria. Ciò è avvenuto anche perché tanti nostri concorrenti all’estero hanno continuato a lavorare, basta guardare in queste settimane i consumi di energia, significativamente più bassi nel nostro Paese rispetto a Francia e Germania, a dimostrazione che in gran parte dei Paesi nostri concorrenti le produzioni non si sono fermate».

Poi c’è un’altra criticità «che deve essere gestita al meglio, seppur non riguarda allo stesso modo tutti i territori della provincia, ed è quella dei trasporti. Sono essenziali per ripartire, ma bisogna garantire sia stringenti misure di sicurezza per evitare che il virus si diffonda sia un servizio efficiente per tutti i cittadini.

Secondo Unindustria queste sono le cose da fare. «Innanzitutto c’è da registrare un ottimo clima di collaborazione tra il Sistema delle Imprese e le istituzioni locali, a partire dalla Regione Lazio. Condividiamo in pieno le 5 P – prudenza, protezione, prevenzione, piccoli passi, progettualità - che ha indicato la Regione come basi per la riapertura. Ciò detto, per le misure messe in campo serve massima semplificazione, viviamo in tempi drammatici».

Altro tema, la burocrazia. «Non deve essere un ostacolo e i provvedimenti adottati devono essere subito operativi e soprattutto chiari. Così non è per esempio nel Decreto liquidità, che così come è scritto non è facilmente comprensibile e già in tempi normali sarebbe stato di difficile attuazione: ricordo solo che per fare richiesta alle banche servono 19 documenti e numerose autocertificazioni. Una situazione inconcepibile quando è in atto una recessione gravissima. Auspichiamo perciò che il Governo intervenga immediatamente – conclude - in modo da semplificare le procedure».

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