Biodigestori, il quarto arriva sulla Commenda: «Siamo circondati»

Biodigestori, il quarto arriva sulla Commenda: «Siamo circondati»
di Massimo Chiaravalli
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Mercoledì 27 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 20:57

«Attenti, siamo circondati dai biodigestori». Ce ne sono quattro nel giro di una manciata di chilometri e ruotano tutti intorno alla discarica de Le Fornaci. L’ultimo sulla rampa di lancio è in località Mogliane. A lanciare l’allarme, riprendendo quanto sollevato da Il Messaggero, è il capogruppo del Pd Alvaro Ricci. «Nel raggio pochissimi chilometri abbiamo gli impianti a Fastello, a Le Fornaci, all’Acquarossa e adesso, ad appena due chilometri dal Bagnaccio, il prossimo impianto alla Commenda».

Il biodigestore tratterà reflui zootecnici, insilati e scarti di ortaggi, per un totale di circa 36mila tonnellate l’anno. Il progetto è della società Castelleone Biometano per e servirà a produrre di metano. Il problema è anche unaltro: nessuno ha informato l’aula. «Perché non vi sentite in dovere di informare il consiglio comunale come nel caso dell’Acquarossa - ha detto Ricci - quando sono stati convocati anche esperti? Perché non concordare almeno le compensazioni?». Che sono già decise: tre nuovi bus elettrici, la trasformazione di bus da diesel a elettrici, illuminazione di una parte del centro storico».

Quindi una sollecitazione: «Predisponete un piano vincolistico che stabilisca una volta per tutti dove questi impianti non si possono fare. Non mi riferisco solo ai biodigestori ma anche alle pale eoliche». Una misura compensativa in questo caso riguarda l’efficientamento energetico del PalaMalé.
Per raggiungere l’impianto, sulla strada provinciale Commenda transiteranno circa 200 mezzi pesanti al giorno, «che si infileranno dentro questa località creando serie preoccupazioni.

Impatta su una zona importante, siamo a un chilometro dalla via Francigena - ha proseguito Ricci - ci sarà un impatto anche visivo. Si sta sviluppando una concentrazione eccessiva con imprese di altissimo livello che portano il nome di Viterbo in tutte Italia e in Europa». Tra queste, la pluripremiata azienda agricola Monte Jugo.

Anche l’assessore Aronne si è mostrato preoccupato dalla situazione: «Confermo e concordo: siamo accerchiati. Il Comune è solo parte della conferenza dei servizi. Gli impianti preoccupano tantissimo per l’impossibilità che la pubblica amministrazione ha di poter fare qualsiasi cosa e per l’aggressione». Se ne poteva parlare? «È vero - ha concluso Aronne - si poteva, ma le misure compensative sono cambiate in terza conferenza dei servizi, all’ultimo momento e la scelta è ricaduta sulle urgenze del comune per la vetustà dei mezzi del trasporto scolastico». Ieri c’è stata anche l’informativa sul piano di risanamento della società partecipata Francigena, criticato dall’opposizione perché basato sull’aumento del costo dei parcheggi del 50% e dall’intervento della Regione Lazio.

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