Anna soccorsa in piazza del Comune dai Servizi sociali. Prima notte alla Caritas

Anna soccorsa in piazza del Comune dai Servizi sociali. Prima notte alla Caritas
di Simone Lupino
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Domenica 6 Novembre 2022, 05:40 - Ultimo aggiornamento: 19:02

“Come va? Fa freddo, sono qui sotto al comune. Cosa faccio? Sto un po’ seduta, poi cammino, giro. Semmai per stanotte mi metto in un angolino. Nerino è qui con me”.

Anna Trobiani, 71 anni, vedova, senza figli e da ieri senza una casa, ci ha risposto così quando alle 16.30 l’abbiamo chiamata per verificare che il suo caso si fosse risolto. La sera prima, venerdì, la donna ci aveva assicurato di aver accettato la sistemazione provvisoria che il Comune le aveva proposto, più volte, in attesa di trovarle una sistemazione definitiva: dormitorio Caritas per lei e canile per Nerino, il breton nero a cui è legatissima. Gli animali non sono ammessi nella struttura. Lei non voleva saperne, ma alla fine, ci disse, si era convinta. Invece la storia non è andata così: “Anna, come va? stai bene?”. “Fa freddo”.

Ma facciamo un passo indietro.

Il Messaggero sta seguendo da due giorni la vicenda di Anna. A segnalarcela la titolare di un negozio dove l’anziana fa la spesa abitualmente: “C’è una donna di 71 anni che rischia di finire in mezzo alla strada, potete aiutarla?”. La sua storia è presto detta: Anna fino a ieri mattina ha vissuto in affitto in un appartamento in centro. Il contratto - 4 anni - è scaduto a settembre. A marzo una lettera le annunciava che non sarebbe stato prorogato. Esigenze del proprietario con cui i rapporti sono stati sempre buoni. Anna nel frattempo ha cercato un’altra sistemazione, senza riuscirci: “Non sono stata ferma”. Si è rivolta anche al Comune, ma le case popolari dell’Ater non sono disponibili. Un appartamento in realtà, l’aveva trovato, ma poi il locatore ci avrebbe ripensato: “Prendo 780 euro di pensione, non si è fidato. Ma io ho sempre pagato puntualmente bollette e affitto”.

Arriviamo a ieri mattina, quando incontriamo nuovamente Anna in piazza del Comune. E’ il giorno della consegna delle chiavi. Sono le 10. Anna tiene in mano una busta. Dentro due pezzi di pizza con la mortadella appena comprati al forno, il pasto del primo giorno fuori casa, prima di andare in dormitorio. La lasciamo poco dopo, davanti alla sua vecchia casa. Con lei alcuni parenti arrivati da Roma in treno per portare via le sue ultime cose, ma che non sono nelle condizioni di poterla ospitare. Anna ci assicura ancora che la sera sarebbe andata alla Caritas o in alternativa in una struttura che ospita pellegrini, convinta di lasciare Nerino in canile.

“Anna aspetta sotto i portici, non ti muovere, mandiamo qualcuno ad aiutarti”. Attacchiamo e chiamiamo il Comune. Parte subito un intervento di emergenza dei Servizi sociali: “Ma dipende tutto da Anna, è lei che deve accettare di essere aiutata”. La richiamiamo intorno alle 19. “Sono con i servizi sociali – risponde Anna - Dove? Qui al dormitorio, siamo entrati. Nerino? Al canile". Il tono è risentito. Le chiediamo cosa abbia. "Sono arrabbiata”. E poi attacca.

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