“Come va? Fa freddo, sono qui sotto al comune. Cosa faccio? Sto un po’ seduta, poi cammino, giro. Semmai per stanotte mi metto in un angolino. Nerino è qui con me”.
Anna Trobiani, 71 anni, vedova, senza figli e da ieri senza una casa, ci ha risposto così quando alle 16.30 l’abbiamo chiamata per verificare che il suo caso si fosse risolto. La sera prima, venerdì, la donna ci aveva assicurato di aver accettato la sistemazione provvisoria che il Comune le aveva proposto, più volte, in attesa di trovarle una sistemazione definitiva: dormitorio Caritas per lei e canile per Nerino, il breton nero a cui è legatissima. Gli animali non sono ammessi nella struttura. Lei non voleva saperne, ma alla fine, ci disse, si era convinta. Invece la storia non è andata così: “Anna, come va? stai bene?”. “Fa freddo”.
Ma facciamo un passo indietro.
Arriviamo a ieri mattina, quando incontriamo nuovamente Anna in piazza del Comune. E’ il giorno della consegna delle chiavi. Sono le 10. Anna tiene in mano una busta. Dentro due pezzi di pizza con la mortadella appena comprati al forno, il pasto del primo giorno fuori casa, prima di andare in dormitorio. La lasciamo poco dopo, davanti alla sua vecchia casa. Con lei alcuni parenti arrivati da Roma in treno per portare via le sue ultime cose, ma che non sono nelle condizioni di poterla ospitare. Anna ci assicura ancora che la sera sarebbe andata alla Caritas o in alternativa in una struttura che ospita pellegrini, convinta di lasciare Nerino in canile.
“Anna aspetta sotto i portici, non ti muovere, mandiamo qualcuno ad aiutarti”. Attacchiamo e chiamiamo il Comune. Parte subito un intervento di emergenza dei Servizi sociali: “Ma dipende tutto da Anna, è lei che deve accettare di essere aiutata”. La richiamiamo intorno alle 19. “Sono con i servizi sociali – risponde Anna - Dove? Qui al dormitorio, siamo entrati. Nerino? Al canile". Il tono è risentito. Le chiediamo cosa abbia. "Sono arrabbiata”. E poi attacca.